Ci sono luoghi che sembrano esistere da sempre, come le persone che le abitano e quello che li dentro si è vissuto, sofferto, gioito o pianto e ancora costruito e demolito.
Tutto è rimasto scritto come un racconto che puoi riprendere in qualunque momento e a cui puoi anche non assegnare un finale. Pace e quiete, umiltà e bontà sono fedeli dirimpettai di storie condivise, di giorni di sole e sofferenze dignitose, di lavoro e servizio declinati senza rinfaccio e cartellini da timbrare. Unico comune denominatore il cuore che fino all’ultimo segna il suo tempo senza aver sprecato nemmeno un battito.
E ami e senti più che mai sicure e tue quelle stanze in penombra che c’erano già prima di te, complici inconsapevoli di destini incrociati e mai dispersi, compreso il tuo.
Ami quei silenzi antichi e quelle distanze tra te e gli anni di chi ti ha preceduto, piacevoli e rassicuranti sentieri che ripercorri ogni volta che cerchi un posto all’ombra.
Riesce difficile spiegare ( a chi non sa ) quanto lenisce e ristora questo “contrattempo cercato” mentre comprendi che non c’è solitudine nè abbandono in quelle mani di madre violata che non riescono più ad accarezzare ma che hanno più che mai bisogno di carezze, né rimprovero in quegli occhi quasi sempre chiusi che hanno impressi i volti di chi hanno amato e che non possono più riconoscere e, nella quiete di un oblio purtroppo sconosciuto, ritorna e continua ad avere un senso tutto quello che attraversa ogni creatura di questo incomprensibile mondo!
Anna Marsella
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