Lunedì 10 dicembre, presso l’Auditorium della sede Galilei del Liceo “De Sanctis Galilei” di Manduria, nell’ambito delle azioni di orientamento in uscita promosse dall’istituto per gli studenti delle classi quarte e quinte dell’indirizzo scientifico, un gruppo di circa 200 allievi ha assistito al seminario, “La radiazione cosmica di fondo“, evento inserito nel programma “La Scienza a scuola 100 incontri con ricercatori ed insegnanti per capire come la scienza cambia il mondo“, erogato dalla casa editrice Zanichelli.
Ospite e relatrice d’eccezione è stata l’astrofisica cosentina Sandra Savaglio, specializzata nello studio delle galassie lontane, attualmente impiegata nell’istituto Max-Planck per la fisica extraterrestre e precedentemente docente presso diverse università europee.
L’evento ha avuto inizio con i saluti di rito del dirigente scolastico del Liceo, prof.ssa Maria Maddalena Di Maglie, che ha dato avvio ai lavori della conferenza, invitando gli studenti a demolire i luoghi comuni riguardo alla realizzazione personale e professionale associata frequentemente a limiti di sesso e provenienza territoriale, mirando in particolare a favorire l’acquisizione, sin dai banchi di scuola, di competenze e conoscenze nelle materie scientifiche, accogliendo una delle sfide formative più importanti delle odierne politiche europee.È seguito, poi, l’intervento della scienziata che ha impartito agli studenti manduriani un’entusiasmante lezione sulla una delle più grandi scoperte mai fatte dall’umanità, già nel lontano 1965: la radiazione cosmica di fondo. Si è, infatti, partiti proprio dalla spiegazione sulla radiazione cosmica di fondo, presente uguale in ogni momento in tutti i punti dell’universo, per giungere a definire meglio la cosmologia, che studia l’origine e l’evoluzione dell’universo e il principio cosmologico, che identifica un universo omogeneo ed isotropo, ossia simile alla corrispondente metà speculare, nonostante le immense distanze. Si è, inoltre, scoperto che la radiazione cosmica non è perfettamente uniforme, come si pensava inizialmente: la sua mappa presenta anisotropie che corrispondono a zone con differenti temperature, anche se le differenze sono davvero minime. In seguito l’attenzione della professoressa universitaria scienziata si è focalizzata sull’origine e l’espansione dell’universo, il Big Bang: precedente a t(tempo) = 0, l’universo era concentrato in un unico punto estremamente denso e caldo; successiva a questo istante è stata la formazione della prima particella, conosciuta come il bosone di Higgs, evolutasi poi nelle varie galassie, per questo definite simili, collocate in punti differenti. Tuttavia, come la evidenzianto l’astrofisica, questa teoria non dimostra il perché di tale uguaglianza, ponendo di fronte ad un problema: l’orizzonte cosmologico. Alla prima particella di materia si contrappone l’antimateria, ossia, una particella identica che, tuttavia, presenta elettroni positivi, i positroni. All’annullamento e, quindi, alla scomparsa di materia e antimateria, la differenza di un solo elemento ha provocato l’evoluzione dell’universo, così come lo conosciamo oggi. La risoluzione al problema dell’orizzonte cosmologico viene, pertanto, individuata nella teoria dell’inflazione secondo cui, l’universo, divenendo piatto, favorisce l’interazione tra le particelle che, di conseguenza, restano intrappolate.
L’incontro si è, infine, concluso con l’augurio di poter continuare a “fare scienza” per amore del sapere e con la speranza di poter, forse un giorno, approdare su Proxima Centauri, auspicando allo stesso tempo l’ausilio di nano-navicelle, frutto di eventuali invenzioni e scoperte future.
Ferretti Silvia, Sammarco Valentina
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