Tratto dal web, riportiamo un vecchio articolo di Volpe Maria, molto interessante: LO SHOWMAN SUL SETTIMANALE “LO STATO” E Raimondo Vianello difende i giovani di Salo’ MILANO – “Non rinnego ne’ Salo’, ne’ Sanremo”. Questo il titolo di un’intervista a Raimondo Vianello sul settimanale “Lo Stato” (oggi in edicola) diretto da Marcello Veneziani. Lo show – man parla del Festival di Sanremo, di televisione. Poi la domanda politica: “Che ne pensa del revisionismo storico di Fini sulla Repubblica di Salo’ alla quale lei aderi’?”. Replica Vianello: “I giovani che sono andati a Salo’ erano spinti dall’idea di non abbandonare la battaglia. Anche se destinati a perdere, gia’ la consapevolezza della sconfitta conferisce un forte dolore a quegli ideali. Per cui condannare in toto questo capitolo storico non mi sembra giusto. Si puo’ dire che il fascismo e’ stato un regime dittatoriale anche perche’ imborghesendosi ha tradito le sue origini socialiste, …
… mentre a Salo’ si tento’ di dare nuove norme sociali partendo gia’ dal nome Repubblica sociale. Quei giovani dovrebbero essere piu’ rispettati se non altro per i loro ideali ispiratori. Morti ce ne sono stati da tutte e due le parti, ma chi e’ andato su, sapeva di finire male. Non va abiurato”. Una parte di questa dichiarazione e’ stata, ieri, anticipata dalle agenzie. E Vianello si stupisce. Al Corriere commenta: “Non mi pare di aver dichiarato nulla di sconvolgente. Ho voluto solo dire che molti giovani sono andati a Salo’ in buona fede, solo per tener fede alla parola. Non per vincere la guerra, ma perche’ avevano degli ideali. Per questo vanno rispettati. Cio’ che invece va rinnegata e’ l’esperienza di regime, la dittatura”. “Del resto – conclude Vianello – perfino il Presidente della Camera Violante ha lanciato un messaggio di apertura e distensione verso la questione Salo’. Disse proprio: “Nella lacerazione fascismo – antifascismo deve restare l’identita’ degli uni e degli altri, pero’ gli eredi di entrambi devono avere oggi un atteggiamento reciproco molto rispettoso. Non bisogna usare la memoria vendicativa come arma contro i nemici di ieri o i loro eredi di oggi”.
Volpe Maria
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