Nella giornata di oggi, nell’ambito di mirati servizi di controllo del territorio, il personale della Capitaneria di Porto di Taranto ha fermato un veicolo che trasportava nel vano bagagliaio oltre sette chilogrammi di datteri di mare (7,7 Kg per l’esattezza), occultati da venti chilogrammi di cozze.
I militari della Guardia Costiera autori del fermo e del controllo del veicolo hanno provveduto al sequestro e successivamente alla distruzione del prodotto ittico in questione. L’autore della violazione, ovvero il conducente dell’autovettura sottoposta a controllo, è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria per la violazione delle leggi in materia di pesca e di ecoreati e sanzionato anche in quanto le cozze che trasportava, e che servivano ad occultare i datteri di mare, erano prive delle previste certificazioni sanitarie. Il conducente del mezzo è stato altresì sanzionato, ai sensi del Codice della Strada, poiché era alla guida del veicolo con patente di guida scaduta.
La lotta da parte degli uomini e donne della Guardia Costiera di Taranto alla pesca abusiva del dattero di mare, vera e propria piaga connessa ad un’attività di bracconaggio, non sta conoscendo soluzione di continuità, tenuto conto dell’impennata che sta avendo questa pratica illegale a livello locale negli ultimi tempi. Già nei giorni scorsi sono stati denunciati due soggetti rei di essere stati colti, a seguito di controlli, rispettivamente con 4 Kg e 7 Kg di datteri di mare.
Al di là della protezione della specie del dattero di mare, la pesca di questo mollusco bivalve è vietata dalla legge per motivi ben più importanti. Molti ignorano gli incalcolabili danni ambientali che tale attività di pesca crea sul fondale roccioso, in quanto per poter prelevare i datteri marini è necessario frantumare lo scoglio in cui il bivalve in questione vive nascosto e dove lo stesso, attraverso la secrezione di acidi, “scava” la propria dimora. Il danno ambientale così prodotto è talmente invasivo che per il ripristino della fauna delle zone costiere danneggiate e deturpate sono necessari addirittura decenni.
Nonostante il divieto di pesca e l’attività di controllo tesa a prevenire e reprimere ogni attività di pesca, detenzione e commercializzazione illegale di tale prodotto, purtroppo il dattero viene tuttora richiesto e pescato da personaggi senza scrupoli lungo le coste pugliesi, incuranti del danno che recano all’ecosistema marino, per soddisfare la richiesta in questo commercio illecito che, nel tarantino, sta ultimamente vedendo un preoccupante incremento. Peraltro, detta richiesta, ha impulso su un mero “gusto per il proibito” da parte dei consumatori finali, atteso che il frutto di mare in questione, non ha particolarità organolettiche e di sapidità che lo distinguono dagli eduli lamellibranchi consentiti nella pesca e nel consumo dalla legge.
Per arginare tale fenomeno criminoso è pertanto necessario sia denunciare alla Guardia Costiera i pescatori di datteri sia segnalare i ristoranti e le pescherie che li offrono alla propria clientela e nondimeno sensibilizzare chi ancora li consuma, sull’incredibile disastro ambientale che indirettamente causano all’ecosistema marino.
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