L’identità musicale di un luogo, in un preciso tempo sembra presentarsi, ad un primo sguardo, come un concetto complesso, in cui affluiscono una vasta gamma di fattori. Un gigantesco mosaico, le cui innumerevoli tessere di carattere storico, culturale, sociale e personale si incastrano e incasellano per formare un’idea, che vince la serie apparentemente infinita di battaglie contro lo scorrere del tempo, contro le mode passeggere e gli episodici guizzi geniali o folli, assumendo una dimensione di rilevanza storica. Sembra aver attraversato questo confine, dopo un tumultuoso percorso introspettivo Michele Chiego, compositore, musicista, autore di lavori che hanno sempre raccontato atmosfere, scenari, immaginazione. Il suo cammino artistico, tuttavia, all’indomani del periodo del lockdown, si è spinto nel voler analizzare la moltitudine sfaccettata di esperienze musicali contemporanee, mettendosi alla prova su un palcoscenico di realtà culturali, musicali identitarie e tradizionali, non nel tentativo di incessante perfezionamento di un heritage artistico, ma nella volontà coraggiosa di rompere ogni legame con esso e perseguire strade nuove e poco battute.
Sguardo lungimirante, curioso, teso oltre i confini del territorio e sensibilità spiccata sono gli elementi fondamentali, che una mente desiderosa di infrangere le barriere stilistiche in cui si sente costretta, deve possedere, al fine di portare un sound inusuale nel contesto musicale in cui agisce e contaminarlo con tradizioni musicali differenti da quelle di cui è portatore. Ed è proprio nel panorama più autentico, quello del nostro territorio, in cui non mancano personalità che tentano di allungare lo sguardo verso l’autorevole lavoro di storici compositori e grandi menti musicali mondiali, che ritroviamo il talento artistico di Chiego, che ha prodotto intere opere musicali, dense di concepts ispirati, dallo spiccato gusto sinfonico e, a tratti, cinematografico. La sua ultima fatica discografica, intitolata Elements, da ieri disponibile su tutti gli stores (iTunes, Amazon, Spotify, Deezer e a prezzo speciale su Bandcamp), rappresenta il culmine di un’opera concettuale che si misura con la comprensione e la riflessione sulla realtà, unita alla grande esperienza nell’artigianato compositivo maturata nel corso degli anni.
La realtà immanente, la dimensione trascendente e la condizione umana, nell’infinita complessità del loro intreccio, vengono smembrate e raccontate in ogni loro sfaccettatura, con un linguaggio musicale notevolmente vario, che accompagna perfettamente la mutevolezza delle immagini proposte, dal tintinnante danzare delle note di Water al ritmo scoppiettante dei sintetizzatori in Fire, dalla danza tribale e viscerale di Earth alla maestosa melodia di chitarra di Air. La visione del compositore e la sua volontà di rappresentazione non si fermano unicamente alla dimensione terrena della realtà, ma mirano ad espandersi anche verso l’immateriale e il trascendente con brani come Time e Spirit, radicalmente diverse rispetto ai brani precedenti, marcatamente descrittivi, in quanto più concettuali, enigmatici e simbolici.
L’umanità, che abita e permea l’interezza del dedalo di queste dimensioni del reale, viene narrata nella dicotomia ancestrale tra Amore e Morte, Eros e Thanatos, nei brani Love e Death, nettamente contrapposti tra loro in termini musicali, ma perfettamente complementari se considerata la visione d’insieme del concept nella sua interezza. Chiude il cerchio, infine, Music, potente ballata dominata da un assolo di chitarra elettrica, che pesca a piene mani dal leggendario repertorio progressive rock britannico dei Pink Floyd, sapientemente coniugato ad uno sfondo dal marcato gusto folk. La musica si mostra in prima persona all’ascoltatore, in tutta la sua innocente bellezza, raccontando di come essa abbia sempre fatto parte del mondo sin dall’alba dei tempi, prima anche dell’avvento dell’uomo, nei suoni della natura e nel canto degli uccelli, nel lieve bussare della pioggia e nello sciabordio delle onde del mare. Rappresenta quell’entità che ci fa sognare e porta sollievo al nostro cuore, depurandolo dalle nostre preoccupazioni e dai nostri pensieri, quella dimensione in cui tutto inizia, cresce e trova la sua ultima realizzazione.
Per questa produzione, Michele Chiego ha scelto di avvalersi della collaborazione di Ilaria Fuggetti, raffinata ed elegante voce in Air, della impronta grafica di Fabien Enreille, per la copertina e delle opere di fotografia concettuale ed evocativa di Domenico Semeraro, elevando il prodotto ad un vero e proprio scrigno di preziose gemme artistiche. Ricostruire attraverso la musica un primordiale rapporto di comunione e armonia fra natura, spirito e umanità è di certo un intento nobile, quanto estremamente difficile da raggiungere, ma allargare i confini delle capacità e della qualità delle idee individuali per tentare di consegnare al mondo e alla Storia nuove coraggiose pagine di musica è un dono, che si trasforma in un dovere dei talenti in grado di tale impresa.
Alessandra Basile