Il dottor Pietro Saponaro (1899-1980), la cui memoria è ancora viva nella nostra comunità, arrivò a Maruggio nel settembre 1928 per prepararsi a sostituire il vecchio ufficiale sanitario del paese, Emanuele Macchia. Don Pietro o “medico dei poveri” (così veniva indicato dai miei concittadini) si rese subito conto che la popolazione più povera aveva urgente bisogno di cure a causa della diffusione della tubercolosi.
Questa malattia infettiva, considerata grave e mortale fino alla metà del secolo scorso, divenuta oggi più facilmente diagnosticabile e curabile, si diffondeva (così come il coronavirus) per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse secca.
Oggi come allora la maggior parte delle infezioni risulta essere asintomatica e se non trattata per tempo, può uccidere più del 50% delle persone infette. Il nostro bravo Don Pietro non si perse d’animo e dopo alcune settimane (22 novembre) scrisse al Prefetto di Taranto: «In questo Comune» – si legge nella lettera in mio possesso – «è in atto una non lieve percentuale di casi di tubercolosi. Varie sono le circostanze che determinano in questo paese l’attecchimento ed il divulgarsi dell’infezione in parola. Prima fra queste la condizione climatica, per la quale predominante nella stagione invernale i freddi umidi, gli organismi, in parte minorati dalla malaria che fino a qualche anno fa ha funestato questa popolazione […].
Altro fattore di non secondaria importanza è il pericolo del contagio […]. I tubercolotici sono in giro continuamente in paese, frequentando attualmente pubblici esercizi, caffè, osterie ecc. Ne consegue che dappertutto tossiscono e sputano […]. I rimedi? – Vari – necessari per tutti però! In via generale si deve prevenire la tubercolosi – isolare l’ammalato […]. Ai bambini nati da genitore tubercolotico […] s’impone per essi la vaccinazione […]. Dette vaccinazioni conferiranno al piccolo organismo, così come per il vaiuolo, uno stato di raffrettarietà all’infezione […]. Tutto ciò prima che il bambino […] venga inviato in appositi luoghi, quali: colonie, scuole all’aperto, avviamento professionale ecc… […]. Son sicuro, in un lontano domani saranno attuate dal governo fattivissimo di Benito Mussolini, il quale saprà portare anche in questo campo l’Italia al primo posto di civiltà e di progresso.»
Il “medico dei poveri” (vedi foto, anno 1969) sconfisse la tubercolosi nel giro di pochi mesi, salvando così centinaia di bambini maruggesi, figli di genitori tubercolotici. Il 12 dicembre 1928 fu nominato medico condotto di Maruggio e Ufficiale Sanitario del Comune, percependo uno stipendio annuo lordo di 11.000 lire. Il 20 dicembre dello stesso anno la Speciale Commissione Provinciale Antitubercolare lo iscrive d’ufficio “per conseguiti meriti”.
Grazie Don Pietro. Maruggio ti è grata! Eternamente.
Tonino Filomena