Maruggio con “Il soldato contadino” (Apuls) ha vissuto una serata di commozione, di emozione, di profonda umanità legati ai processi culturali che hanno sempre contraddistinto la figura e l’opera di Tonino Filomena. La conversazione con Pierfranco Bruni, scrittore e amico fraterno di Tonino, ha innescato un percorso in cui il legame di fratellanza ha dato vita ad una dimensione culturale ed esistenziale. Il libro di Tonino racconta la storia del padre. Una storia di famiglia che è storia di comunità. Una sala affollatisima del Cine Teatro di Maruggio ha fatto da scenario a delle motivazioni che hanno posto al centro, come nel bel video iniziale si è evidenziato, la vita nella storia di una comunità una comunità che è paese e il paese vive oltre le solitudini. Una articolata discussione che ha visto partecipi temi e problematiche esposti dai vari interventi. Ma il tema centrale è stato il luogo della memoria e il ricordare per aprire dei processi in cui si possa dire che occorre vivere senza mai dimenticare ma vivendo nel presente e costruendo il futuro. La figura del padre è la figura dell’essere nella memoria. Questo padre che ha creduto sino all’ultimo respiro al sogno di una civiltà e ad una identità di una Nazione per la quale ha speso la sua giovinezza nel segno dei valori, della coerenza, della bandiera tra le terre che sono state Mediterraneo. Questo padre che ha guardato negli occhi profondi i suoi figli e non si è lasciato mai scappare un gesto di timore, di panico sudore e si è aggrappato alla morte come si era aggrappato, giorno dopo giorno, alla vita. Questo padre che non ha mai smesso il suo linguaggio in una lingua che aveva il coraggio di saper accettare le sconfitte, mai cedendo al pentimento e sempre vivendo nell’orgoglio. Mai sfidando e sempre restando nell’attesa di un silenzio che ha più parole di una notte appesa sulle trincee. Una serata forte che ha visto protagonisti Tonino, Annarita, Fernando. Figli e fratelli. Un incastro nell’essere paese e storia. Pierfranco Bruni ha sottolineato con forza questo vivere il processo esistenziale all’interno della storia che cammina nelle eredità e nelle identità. È vero che “un paese vuol dire non esser soli” (Pavese). Ma il paese ha il suo abitato. E il nostro abitato, il mio abitato, è racchiuso nel padre, nella madre, nelle vie che a loro portavano, in una casa che, tra le pareti, è trascritto una vita, un tempo, uno spazio, una geografia di cuori che sono diventati frammenti di malinconie. Ad organizzare e coordinare con grande professionalità e capacità è stato arch. Aldo Summa dell’A.P.S. “Play your Place. Sono intervenuti il sindaco dott. Alfredo Longo, il Presidente della Pro Loco ing. Massimo Quaranta, la sig.ra Giovanna Saponaro (figlia del dott. Pietro Saponaro), l’avv. Mary Maggi, il prof. Antonio Eduardo Favale, il dott. Mimmo Marseglia la consigliera regionale Francesca Franzoso, il Dirigente Istituto Comprensivo “T. del Bene” prof. Salvatore Renna, La serata è stata allietata dai musicisti maestro Massimo Corrado alla tromba e Bruno Galeone alla fisarmonica. Il conversare tra Tonino Filomena e Pierfranco Bruni ha emozionato ed è stato vibrante proprio intorno ai temi di vivere la comunità come costante presenza di valori. Maestosa serata!
Micol Bruni
LE FOTO
(Ph LUDOVICA FILOMENA)