BRINDISI – Attentato davanti alla scuola ‘Morvillo-Falcone’ di Brindisi. Due ordigni sono esplosi, alle ore 7.50, di fronte all’istituto professionale che si trova non lontano dal Tribunale, quando gli studenti stavano per entrare. Nell’attentato è morta una studentessa. Si tratta di Melissa Bassi, 16 anni, originaria di Mesagne (BR) (Nella foto).
Altri sette studenti sono rimasti feriti, di cui un’altra di 15 anni è in gravissime condizioni ma ancora in vita. La ragazza ha riportato pesanti traumi da scoppio ed è in sala operatoria all’ospedale ”Perrino” per un secondo intervento chirurgico ortopedico dopo un primo eseguito al torace. Altre due studentesse risultano in prognosi riservata ed una delle due è in condizioni serie.
Sono ricoverate al Centro grandi ustioni per le ferite riportate nello scoppio. Sono ferite anche ulteriori due studentesse che necessitano di interventi di chirurgia plastica ma non sono considerate gravi. Una delle due ragazze ferite in modo non grave è la sorella della 15enne.
Obiettivo dell’attentato era la scuola: due ordigni rudimentali erano stati poggiati sul muretto dell”istituto professionale del quartiere Sant’Angelo intitolata a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, parzialmente occultati da un vicino cartellone pubblicitario. Sono esplosi alle 7.50. All’arrivo delle forze dell’ordine l’edificio scolastico, ora completamente transennato, è stato fatto sgomberare. In seguito all’esplosione anche le altre scuole del Comune Brindisi sono state fatte evacuare. Sul luogo dell’attentato sono arrivati il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo.
Nulla è escluso, ma in queste ore le indagini puntano sulla ”pista mafiosa”. Lo confermano all’Adnkronos fonti qualificate di intelligence. ”In un momento di grande difficoltà del sistema -si fa notare- le organizzazioni criminali vogliono far sentire la loro forza sul territorio”.
”E’ la prima volta che viene colpita una scuola”, è l’analisi degli 007, probabilmente ”un segnale che loro, i criminali, ci sono ancora”. Dal mondo dei giovani e dell’istruzione, si sottolinea infatti, ”sono nati i veri, grandi movimenti di orgoglio e di lotta contro la passività delle generazioni precedenti’.
A Mesagne, la notte tra il 4 e 5 maggio era stata danneggiata da una bomba la macchina del presidente dell’associazione antiracket della cittadina in provincia di Brindisi. Il 9 era stata effettuata un’operazione della Polizia, sempre a Mesagne, che ha smantellato un’organizzazione mafiosa legata alla Sacra Corona Unita. L’operazione, denominata ‘Die Hard’, portò all’arresto di 16 persone per associazione mafiosa, estorsione e droga.
Anche il sindaco di Brindisi Mimmo Consales, avvicinato dai giornalisti all’ospedale ‘Perrino’ dove si era recato a far visita agli studenti feriti nell’attentato, ha sottolineato che ”mettendo insieme alcuni fatti, e cioè che è avvenuto vicino a una scuola intitolata a Morvillo-Falcone e che oggi a Brindisi era presente la Carovana dell’Antimafia” e che peraltro tra pochi giorni cade l’anniversario della morte del magistrato di Palermo, della sua compagna e della sua scorta, rende concreta l’ipotesi che dietro il delitto ”ci possa essere la criminalità organizzata. Non possiamo affermarlo però fino a quando non lo avranno accertato le forze dell’ordine”.
“Un attentato con il quale è stato colpito il simbolo dell’innocenza”, ha detto, da parte sua, Franco Scoditti, sindaco di Mesagne, il paesino da dove proveniva la ragazza morta nell’attentato e quella che sta lottando tra la vita e la morte. “Erano appena scese dall’autobus che da Mesagne le aveva portate all’istituto Falcone. Era un gruppo di sei-sette ragazze che ogni mattina si recavano con il bus a scuola – racconta il primo cittadino -. Due di loro, una volta scese, si sono trovate vicino al cassonetto dove era stato sistemato l’ordigno. Una scena terribile”.
Il sindaco di Mesagne ormai non ha dubbi: “si è trattato di un attentato. L’ordigno era ben confezionato da quanto abbiamo appreso. Si è arrivati a colpire la scuola, il simbolo dell’innocenza e della voglia di progresso. E’ una situazione che non desta solo preoccupazione, fa piombare nell’angoscia. E prevale un sentimento di rabbia per giovani vite innocenti strappate”.
LA TESTIMONIANZA. “In trent’anni non si è mai verificato nulla di tanto terribile”, racconta uno dei collaboratori dell’Istituto Morvillo Falcone che al momento della deflagrazione, si trovava nella scuola per sistemare le aule. “Ho sentito un potente scoppio ma c’erano pochi ragazzi perché non era ancora orario di lezione – dice ancora -. La nostra è una scuola nella periferia della città, un istituto professionale molto tranquillo. Non credo ci possano essere collegamenti con la Carovana della legalità organizzata oggi in città: noi stiamo nell’estrema periferia. Un fatto davvero inspiegabile”.
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