MANDURIA – L’ambientalista savese Mimmo Carrieri ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Taranto chiedendo di indagare sulla mancata bonifica del tratto di spiaggia antistante l’hotel Charlie di San Pietro in Bevagna dove lo scorso mese di marzo furono insabbiate dieci tonnellate di materiale bituminoso. Nella denuncia il responsabile provinciale del settore Ambiente e ecologia dell’associazione Cpa-Sport, ripercorre l’incredibile vicenda iniziata con la denuncia del nostro giornale circa la presenza sull’arenile di cumuli di sfrido di catrame. Successivamente, a seguito di intervento della’Associazione di Carrieri, la Guardia di Finanza di Manduria avvio le indagini scaturite con l’individuazione del presunto autore dello smaltimento illecito di materiale pericoloso e altamente inquinante. A stagione estiva avviata lo stesso Carrieri invitò l’amministrazione comunale di Manduria a rendere conto della mancata bonifica del sito inquinato che nel frattempo veniva regolarmente occupato dai bagnanti ignari che sotto lo strato di sabbia era stata insabbiato il pericoloso materiale. Il comune rispose con una lettera nella quale si indicava il nome del presunto autore dell’inquinamento nella persona del titolare dell’Hotel Charlie il quale era stato sollecitato a bonificare il sito. «Mi preme sottolineare – scrive Carrieri nel suo esposto – che dalla data della notifica della succitata “diffida” nella quale veniva stabilito “il termine perentorio” di 45 giorni per la bonifica del sito inquinato, alla data del 21 luglio erano trascorsi già 70 giorni, e quindi: chi aveva la competenza di vigilare sullo “scadenziario” al fine che venissero rispettati i tempi stabiliti dall’Ente Pubblico?».
La denuncia dell’ambientalista si conclude così: «Senza entrare nel merito delle responsabilità amministrative o penali dell’illecito denunciato, non posso esimermi da quello che ritengo mio preciso dovere civico di sottoporre alla Autorità Giudiziaria la circostanza che alla data attuale, il tratto di spiaggia di cui innanzi, risulta essere solo parzialmente occupato dal materiale bituminoso sopra descritto. Purtroppo – aggiunge Carrieri -, mi duole dover ancora una volta segnalare un’ulteriore sconfitta per l’ambiente ma anche chi ne fruisce, poiché il manto stradale bituminoso prima ricoperto dalla sabbia, e poi scoperto dalle mareggiate, è stato quasi del tutto trasportato in mare dalla risacca».
Fernando Filomena
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