Dette anche Cartellate o Bugie di Carnevale, sono strisce di pasta fritta, lasciate libere a listarelle e ricoperte di zucchero a velo o miele nella versione di Taranto e provincia, o arrotolate a formare dei piccoli cesti e ricoperti di zucchero a velo, nella versione più light, o di miele o vin cotto, nella versione più strong molto diffusa nel barese.
Ricetta
Difficoltà: Facile, facile, sempre che amiate la frittura, che qui non si scappa
Durata: il tempo di impastare per bene la pasta, anche un gatto saprebbe farlo!
Ingredienti
Farina 00 500 gr
Burro 100 gr/ oppure olio e.v.o. 150 gr
Zucchero 50 gr
Sambuca o Grappa o Brandy o Marsala 100 gr
Uova 3
Vaniglia qb
Zucchero a velo o Miele o Vin Cotto qb
Olio per friggere
Mettete tutti gli ingredienti insieme e, se usate il burro, fatelo prima sciogliere, che sennò rimane a blocchi, e impastate, impastate, impastate, poi col mattarello stendete una sfoglia sottile e con una rotella dentellata tagliare delle strisce di 1 cm di larghezza e 5 cm di lunghezza circa… invece se avete intenzione di arrotolarle fatele più lunghe e poi divertitevi come meglio credete, che io quelle rotonde a cestino non le ho mai viste fare. Ah se non avete una rotella, potrebbe andare bene anche un taglia pizza. Mettete la padella con olio abbondante sul fuoco e friggete. Poi man mano che le uscite dall’olio prima le stendete su della carta assorbente e quando avete finito spolverate il tutto con abbondante zucchero a velo e stranutite, etchiumm! altrimenti metteteci del miele o il famoso vin cotto per conferirgli un sapore nettamente più deciso e colorato. Provare per credere. Poi non dite che vi ho detto una bugia…
La leggenda metropolitana narra che le Chiacchiere sono dei dolci millenari, che dice che nel VI sec a.C. già li facevano a Bari ancor prima delle sgagliozze di polenta, come hanno scoperto in una pittura rupestre dove ci sono rappresentati dolci simili ma rotondi alla barese, che poi venivano offerti agli dei secondo il culto di Cerere, di probabile origine greca e associato alle offerte fatte a Demetra, dea della terra. Piacevano molto anche a Isabella d’Aragona che nel 1500 le chiamava nuvole e nel 1700 quelle sante donne delle Benedettine di Bari erano già famose per la loro preparazione.
Jenne Marasco