Correva pressappoco l’anno 1600 allorquando Girolamo Marciano, medico e filosofo di Leverano, in “Descrizione, origini e successi della Provincia d’Otranto” annotò che a Maruggio «…mancano quieti e pacifici abitatori, perciocché la maggior parte attendono… alle perfidie ed ai litigi.»
Questa impietosa sentenza mi ha accompagnato nel corso dei miei studi di storia patria fino a indurmi a ricercare fatti o misfatti che mi permettessero di dare torto o ragione al medico salentino. Sono giunto alla conclusione che Girolamo Marciano aveva ragione!
Lasciando da parte l’opinione che mi son fatta su gran parte dei contemporanei abitanti di Maruggio (che non hanno smesso di essere “perfidi e litigiosi”), sono qui per raccontarvi uno dei fatti più intriganti e “piccanti” accaduto nel mio bel paesello tra il 1776 e il 1778, che conferma quanto scritto dal Marciano due secoli prima e di come gli “abitatori di questa Terra di Maruggio” non siano per nulla cambiati dopo 238 anni.
L’episodio, tratto da un documento del notaio Pasquale D’Elia, è riportato in una rara pubblicazione in mio possesso curata dall’Archivio di Stato di Taranto e patrocinata nientedimeno dal Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Ecco a voi il documento messo in bella copia per la delizia dei miei concittadini.
«Maruggio, 10 dicembre 1778. Alcuni cittadini di Maruggio, su istanza del Reverendo Capitolo e Clero della predetta terra, testimoniano su una serie di episodi scandalosi accaduti a Maruggio a partire dall’anno 1776 sino al giugno 1778 che avevano come protagonisti il Vicario don Oronzo Plantera, il vicecurato don Lucio de Pace e il signor commendatore Giovanni Domenico Borsugi.
Si parla di “festini” che avvenivano in varie case ed anche nel palazzo commendale con comportamenti scandalosi da parte del commendatore e dei suoi amici che si intrattenevano con alcune donne. Tali comportamenti furono addirittura tenuti anche in chiesa la notte di Natale durante le funzioni solenni.
Si lamenta inoltre il comportamento arrogante del signor Vicario che non permetteva la vendita di alcun genere commestibile se prima in parte non veniva portato presso il palazzo commendale. Infine lo stesso Vicario impediva la corretta gestione della giustizia intromettendosi nei processi e determinando anche lamentale del governatore della Corte…»
La Terra di Maruggio, che in quegli anni contava poco più 1000 abitanti, era divisa in innocentisti e colpevolisti. «Molti cittadini» – si legge nel documento successivo del 3 aprile 1779 -, «su istanza del Reverendo Capitolo e Clero della predetta terra, rendono testimonianza a difesa [degli imputati], da diversi anni bersaglio di accuse, ricorsi e denunzie ad opera di alcuni rappresentanti dello stesso Reverendo Capitolo e Clero di detta terra di Maruggio e da qualche tempo anche da parte dell’attuale sindaco…».
E’ un bel pasticcio per la Corte dell’Ordine Gerosolimitano. Comunque sia – nonostante il giro dei “festini hard” – il commendatore Borsugi resterà alla guida della Commenda di Maruggio fino al 1794; da lì a poco, per effetto della rivoluzione francese, i destini del mio bel paesello si separeranno da quelli del Sovrano Militare Ordine di Malta dopo cinque secoli. Con buona pace dei miei contemporanei concittadini che nel frattempo hanno ripreso a dedicarsi alle “perfidie ed ai litigi”.
Tonino Filomena
Scrittore e storico documentarista
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