ARNESANO (Lecce) – Il Palazzo Marchesale di Arnesano sorge sul luogo dove, in precedenza, sorgeva una struttura fortificata. Questo è un aspetto di notevole importanza poiché lo distingue dai palazzi di altri comuni vicini come San Cesario o Monteroni. Di tale nucleo fortificato resta ora soltanto una torre inglobata nel palazzo, che aveva la funzione di controllare il flusso di gente in entrata ed in uscita da Porta Rande, sulla quale è stato successivamente edificato il Palazzo Marchesale. La suddetta porta rappresentava l’ingresso meridionale oltre la cinta muraria di Arnesano e risalirebbe alla fine del XIV o all’inizio del XV secolo. Della stessa epoca dovrebbe essere la torre. In origine accanto a questa dovevano esistere degli ambienti destinati alla residenza del signore ed all’alloggio del presidio militare. La fortezza era molto probabilmente costituita da quattro stanze al pianterreno ed altrettante al piano nobile, le prigioni, un magazzino ed un giardino.
Intorno al 1613 il Barone di Maglie Paolo Marescallo acquistò il feudo di Arnesano, che in precedenza apparteneva a Prospero Bozzi. Furono appunto i discendenti del Marescallo ad avviare una serie di modifiche, ampliamenti e ristrutturazioni al castello originario, dando inizio alla sua trasformazione da fortezza a residenza signorile. Nel corso di tali interventi vennero realizzati Piazza Castello, la gradinata, il pozzo ed alcuni nuovi ambienti in aggiunta, quali un deposito per la legna, una stalla, un nuovo magazzino ed una cucina. Furono inoltre sistemate la corte interna e l’ingresso al palazzo. Alla stessa famiglia è attribuibile la costruzione di una cappella dedicata a Sant’Oronzo nel 1691.
Alla gens Marescallo successe alla fine del XVII secolo la famiglia Prato alla quale si deve l’attuale aspetto della struttura. Furono sempre loro a scegliere come facciata principale quella rivolta verso il centro abitato nell’attuale Piazza XXIV Maggio. Altri ambienti vennero realizzati intorno al 1730 con il probabile affidamento dei lavori all’architetto leccese Mauro Manieri, la cui firma sarebbe rappresentata dalle conchiglie poste sulle architravi. Furono realizzate delle sale di rappresentanza ed una galleria. La struttura ospitava un’importante pinacoteca, ritenuta una delle più importanti della Terra d’Otranto, tuttavia a causa di ripetuti fenomeni tellurici avvenuti nei primi anni del XIX, secolo vi furono dei crolli nel palazzo ed i dipinti andarono in parte distrutti ed in parte trasferiti in altre sedi. Ad Arnesano restano solo quattro tele di scene bibliche conservate presso la Fondazione Bernardini.
Nei primi anni del XIX secolo vi fu una disputa legale fra Emilio Prato ed il suo pronipote Gioacchino Bernardini, figlio di Fortunato e Maddalena Prato, ed alla fine fu proprio questa famiglia a subentrare nel titolo di Marchese d’Arnesano. I Bernardini d’Arnesano, come poi furono denominati per distinguerli da cognomi omonimi, provvidero a dividere il palazzo ricavandone due abitazioni al piano nobile e vari ambienti al piano terra. Attualmente il Palazzo Marchesale è diviso in tre parti, una appartenente ai Bernardini d’Arnesano, una al comune che nel 2003 ha effettuato dei lavori di restauro e consolidamento, ed infine l’ultima alla Chiesa.
Cosimo Enrico Marseglia