venerdì 22 Novembre, 2024 - 13:29:30

Fortezze e Castelli di Puglia: Castelpagano e il suo Castello

Le rovine dell’antico borgo di Castelpagano si trovano all’interno del comune di Apricena ed i resti del suo castello sorgono su uno sperone di roccia del Gargano, in posizione strategica giacché consente di controllare i monti del Molise da un lato ed il Tavoliere delle Puglie dall’altro. La data di costruzione della fortezza resta tuttora incerta anche se probabilmente è antecedente alla fondazione di Apricena, risalente invece alla seconda metà del IX secolo.

Nell’XI secolo era Signore di Castelpagano e proprietario della fortezza il Conte normanno Enrico, cui succedette il Duca di Aversa Rainulfo quindi, dopo una violenta contesa passò al Signore di Rignano Ruggero. Nonostante fosse considerato inespugnabile, nel 1137 venne preso da Lotario III, chiamato in soccorso dal pontefice Innocenzo II e dai signori spodestati dal suddetto Ruggero, dopo una sanguinosa battaglia per la conquista di Rignano e Castelpagano.

Fu Federico II di Svevia, all’epoca in cui risiedeva in Apricena, a restaurarlo trasformandolo in dimora di caccia, inoltre installò al suo interno un presidio di Saraceni a lui fedelissimi. Successivamente l’Imperatore lo dette in feudo a suo figlio Manfredi. Dopo essere divenuto proprietà regia sotto la dominazione angioina, nel 1496 il Re di Napoli Ferrante d’Aragona lo concesse in feudo al partenopeo Ettore Pappacoda che ridette gloria e splendore sia al castello sia a tutto il feudo, inoltre nel 1515 fondò il Santuario di Stignano. Con l’estinzione di tale famiglia tutto ritornò al demanio reale sino al 1580, quando venne acquistato da Antonio Brancia. Agli inizi del XVII secolo l’abitato veniva abbandonato dai suoi abitanti che, probabilmente a causa della carenza idrica, preferirono stabilirsi ad Apricena, restava così abitato solo il castello, che nel 1732 passò alla famiglia Mormile, quindi a Don Garzia de Toledo che a sua volta, nel 1768, lo vendette al Principe Cattaneo di Sannicandro.

Attualmente i resti del castello, che nel corso dei secoli ha subito ingenti danni a causa dei vari terremoti fra cui quello terribile del 1627, consistono in un muro di circa 50 metri alto circa un metro e mezzo, con due ingressi corrispondenti alle antiche porte. Il muro fa un angolo con un piccolo corpo di fabbrica semicircolare, forse una torre, mentre sull’angolo opposto si unisce con una torre a pianta circolare ora non più alta di cinque metri. Dalla suddetta torre parte un altro muro appena scarpato che si affaccia a picco sulla valle sottostante. Un ulteriore terzo muro corre sul versante meridionale, dando al complesso una pianta quadrangolare. Un’ulteriore torre angolare a pianta pentagonale, con altezza variabile fra i 6 ed i 7 metri si erge all’angolo meridionale mentre all’interno del perimetro si notano tracce di muri, insufficienti a fornire notizie sulla struttura interna del castello.

Il Castello di Castelpagano è legato a tre leggende, la prima racconta di un mendicante cieco, Leonardo di Falco, che riebbe la vista per intervento della Madonna apparsagli in sogno nel 1231 ed indicandogli un simulacro accanto ad una quercia, nei cui pressi fu poi eretto il Santuario di Stignano. La seconda riferisce di una violenta lotta nella Valle di Stignano fra Lucifero, sotto forma di serpente, e l’Arcangelo Michele, terminata con la sconfitta del demone di cui restarono solo due ossa, in seguito custodite nel santuario. La terza leggenda narra di un principe saraceno innamorato di una principessa che abitava in un castello su Monte della Donna. La famiglia di lei, contraria al matrimonio aveva escogitato uno stratagemma: le nozze sarebbero state celebrate quando il principe avrebbe costruito un ponte di pelli di animale per congiungere il Monte della Donna sino a Castelpagano. L’innamorato cercò in tutti i modi di costruire il ponte, ma di fronte all’impossibilità dell’opera finì con l’impazzire. In realtà sul Monte della Donna non vi è nessuna traccia di castello tuttavia potrebbe esserci un piccolo indizio di verità infatti, prima del suddetto rilievo vi è una piana rialzata detta Volta Pianezza dove un tempo sorgeva una torre di avvistamento semicircolare ormai diruta. Chissà, considerando che Federico II aveva posto un presidio di Saraceni nel castello forse qualcosa di vero c’è …..

Cosimo Enrico Marseglia

 

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Notizie su Cosimo Enrico Marseglia

Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena

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