Fu Carlo I d’Angiò ad ordinare la costruzione del Castello di Mola di Bari, congiuntamente alla ricostruzione della città, quale baluardo contro le incursioni saracene, affidando i lavori agli architetti militari Pierre d’Angicourt ed a Jean de Toul. In un primo momento si provvide all’edificazione del Palazzo Reale, corrispondente all’attuale ala sudorientale della fortezza, quindi si passò alla costruzione della restante parte che, con ogni probabilità, doveva avere l’aspetto di un torrione rettangolare su tre piani, munito di merlature sul terrazzo, di feritoie e caditoie per il lancio di pietre, frecce ed altre armi da getto. Dell’originale struttura angioina sono stati ritrovati resti di mura nell’area compresa fra gli attuali bastioni meridionale ed orientale, nei pressi dell’ingresso principale.
Intorno alla metà del 1300 la fortezza fu rinforzata con l’erezione a meridione e ad oriente di due torri cilindriche e, molto probabilmente, nello stesso periodo dovrebbe essere stato costruito un antico portale lungo la cortina orientale. Un secolo più tardi vennero effettuati ulteriori lavori di consolidamento e di rinforzo, tra cui tutta una serie di torrioni cilindrici ad opera dell’architetto Gaspare Toraldo, di cui oggi ne resta solo uno.
Con l’avvento delle armi da fuoco, sorse la necessità di disporre di fortezze più solide e resistenti all’urto delle palle sparate dai pezzi di artiglieria quali cannoni e bombarde, pertanto l’assetto delle fortezze si modificò sensibilmente. Di conseguenza si provvide ad abbassare la cinta elevando accanto alle precedenti mura angioine delle altre oblique ad esse addossate e rinforzandone gli interstizi con materiale di risulta. Inoltre vennero inseriti dei bastioni a difesa delle cortine e muniti di bocche traditore per il tiro di fianco e furono ricavate piazzole per i pezzi d’artiglieria.
Nel 1508 la città di Mola subì un violento assedio da parte delle armate veneziane che creò non pochi danni al castello, pertanto si rese necessario un restauro dell’intero complesso. Qualche anno dopo infatti l’Imperatore Carlo V dispose l’effettuazione dei lavori affidandone la direzione all’architetto Evangelista Menga, a cui si deve l’attuale forma del castello a poligono stellato, che era collegato alla cinta muraria della città da un ponte ed era circondato da un fossato. Le mura vennero ricostruite a scarpa, con angoli notevolmente inclinati, per meglio resistere ad eventuali assedi.
Cosimo Enrico Marseglia