mercoledì 20 Novembre, 2024 - 15:40:47

Fortezze e Castelli di Puglia: Il Castello Castriota Scanderbeg di Galatina

Il Castello Castriota – Scanderbeg di Galatina risale al periodo compreso fra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI e, molto probabilmente, era ubicato lungo il perimetro delle antiche mura cittadine, giacche la facciata rivolta su Piazza Alighieri sembra che appartenesse proprio alla cinta muraria. Il castello prende il nome dalla famiglia di origini albanesi Castriota – Scanderbeg, resa illustre in particolar modo dal condottiero Giorgio Castriota, che si oppose validamente all’avanzata dell’Impero Ottomano. Per i meriti guadagnati al servizio della corona aragonese, gli venne riconosciuto il possesso del Ducato di San Pietro in Galatina e la Contea di Soleto, per se ed i suoi eredi.

La famiglia si stabilì nella struttura, abitandola, sino al 1561 e dando forte esempio di mecenatismo, con la creazione di una vera e propria corte di artisti e letterati. Fra il XVII ed il XVIII secolo la struttura appartenne alla Curia Arcivescovile di Otranto ed in particolare l’Arcivescovo Gabriele Adarzo de Santander trasferì nel castello le funzioni amministrative della diocesi idruntina nel periodo in cui fu alla guida di essa, cioè negli anni compresi fra il 1657 ed il 1674. Successivamente la struttura appartenne a diverse famiglie, fra cui ricordiamo i Sanseverino, gli Spinola ed i Gallarati – Scotti. Attualmente è di proprietà privata, tuttavia può essere visitato.
Nei secoli XVIII e XIX il castello fu oggetto di interventi di ampliamento e modifica che ne stravolsero completamente l’assetto, al punto da trasformarlo più in dimora gentilizia che non in fortezza. Nel corso di tali interventi vennero abbattute le originarie torri angolari, mentre adiacente al nucleo quattrocentesco venne creato un maestoso terrazzo, affacciato su Piazza San Pietro.

La struttura si presenta a pianta quadrangolare e si sviluppa su quattro livelli. La facciata rivolta in Piazza Alighieri si caratterizza per il portale a bugne, che dimostra lo stratificarsi di diversi stili, mentre il prospetto rivolto in Piazza San Pietro, dominata dal già citato imponente terrazzo, presenta un portale che consente l’accesso ad un piccolo cortile e da li, attraverso un secondo portone di stile neo classico, incorniciato fra due colonne laterali, si accede agli ambienti interni.

Cosimo Enrico Marseglia

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Notizie su Cosimo Enrico Marseglia

Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena

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