Lo splendido Castello d’Aquino di Rocchetta Sant’Antonio è sicuramente uno dei pochi esempi architettonici militari del periodo di transizione dall’epoca delle armi bianche a quelle da fuoco, che nel complesso non abbia subito alterazioni nella struttura e nell’assetto. Secondo quanto riportato da alcune fonti, esso sorge sul sito dove un tempo si ergeva una torre di epoca normanna.
Progettato su disposizione del Signore del luogo, Ladislao II d’Aquino, dall’architetto militare di Siena Francesco Di Giorgio, quello stesso che progettò il Castello di Carovigno, i lavori di costruzione ebbero termine nel 1507. L’erezione della fortezza si concretizzò in due distinti momenti, non distanti fra loro più di una ventina di anni, come è possibile osservare nelle differenti modalità costruttive riscontrabili all’angolo in cui la torre occidentale si innesta al resto della struttura. Tra l’altro tale torre, che è anche la più alta del complesso, si presenta come una struttura a se stante rispetto alla restante parte del maniero.
Il castello si erge su sul punto più alto della collina ove sorge il paese, a strapiombo lungo il versante meridionale, e si presenta ad impianto triangolare isoscele con tre torri angolari a mandorla e dotate di casematte all’interno. Tale forma, in realtà, è il preludio al futuro sviluppo dei bastioni a punta di lancia, tipici dell’architettura militare cinquecentesca. La struttura si sviluppa su quattro livelli, un pianterreno, dove erano ubicati gli ambienti di servizio, il piano nobile, che rappresentava la dimora signorile, un secondo piano, che ricalca gli ambienti del piano inferiore, ed infine l’ultimo livello, costituito da un unico ambiente da cui si snoda la scala che conduce alla torre a mandorla più alta.
Cosimo Enrico Marseglia