AVETRANA (Taranto) – Ciò che resta oggi del Castello di Avetrana sono la torre quadrata conosciuta anche col nome di Torrione, evidenziandone in tal modo l’elemento più antico, parte della torre angolare cilindrica posta tra le cortine occidentale, ancora esistente, e settentrionale, ormai diruta, da una torretta quadrata più bassa ed una cortina fra la torre cilindrica e la torretta. Sotto il complesso si sviluppa una serie di ambienti ipogei probabilmente con funzioni di trappeti, magazzini, depositi e, sotto la torre tonda casematte. Con molta probabilità la struttura si innestava nel dispositivo difensivo rappresentato dalla cinta muraria.
La parte più antica, dunque, è il Torrione, già esistente nel 1378 e probabilmente risalente alla dominazione sveva, simile alle torri di Leverano, Rutigliano ed Adelfia. In epoca angioina il casale di Avetrana venne concesso al Gran Siniscalco del Regno Pietro Tocco, al quale venivano assegnati due militi nel 1378. Successivamente subentrò la famiglia De Raho ma, estintosi il ramo, il feudo tornò alla Corona per essere nuovamente concesso dalla Regina Giovanna II al napoletano Giovanni Dentice che a sua volta lo vendette a Francesco Montefusco. Dopo ulteriori passaggi, nel XVIII secolo il castello fu acquisito dalla famiglia brindisina Romano.
Il Torrione presenta tracce di merli con piccole e strette finestre soltanto ai piani alti, mentre l’interno era suddiviso in piani da solai lignei. L’accesso all’interno avveniva attraverso una rampa di scale collegata attraverso un ponte levatoio di cui restano alcune tracce nelle mura. Tutto il complesso era circondato da un fossato.
Nato nell’epoca in cui le guerre si combattevano con armi da getto, armi bianche e macchine balistiche, con l’avvento delle armi da fuoco e dei pesanti pezzi di artiglieria, il Torrione rivelò la sua inadeguatezza alle nuove tecniche belliche, pertanto si resero necessari diversi ammodernamenti di tutto il dispositivo difensivo. Nel XVI secolo quindi si provvide ad effettuare i suddetti adeguamenti sia nella cinta muraria cittadina, sia nel complesso in questione e proprio a questa epoca va attribuita la costruzione della torre cilindrica e della torretta, di cui però non è ancora chiara la funzione.
Cosimo Enrico Marseglia