Il Castello o Palazzo Baronale d’Amely, dal nome di una delle famiglie che ne ebbero il possesso, ha l’aspetto di una grande torre a pianta stellare a quattro punte, che in piccolo ricorda il Castello Sant’Elmo di Napoli. Venne costruito nella seconda meta del XVI secolo sotto la direzione dall’architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya, per conto del Barone di Lizzanello e Melendugno Pompeo Paladini, e sorgeva marginalmente e piuttosto isolato rispetto alla cinta muraria difensiva del paese, nonché circondato da un fossato.
La base della struttura è scarpata, mentre la facciata principale è suddivisa in tre parti da due tori, o cordoni, marcapiano. Alla vista il complesso si sviluppa su due piani, il pianterreno e quello nobile, che sul prospetto principale si caratterizza per tre finestre, di cui la centrale è sovrastata da un piombatoio che, un tempo, proteggeva il ponte levatoio. Furono i Baroni d’Amely a sostituire l’originale ligneo con uno in muratura, cui si accede tuttora attraverso un portale sovrastato dal blasone della famiglia, a sua volta sormontato da una statua della Madonna Immacolata. In alto, sul terrazzo, un piccolo campanile a vela richiama la presenza di una cappella gentilizia al pianoterra, in cui sono conservati alcuni interessanti affreschi.
La caratteristica ed insolita, almeno in Puglia, pianta stellare sembra richiamare anche alcuni aspetti costruttivi riscontrabili sull’isola di Malta, ad opera dell’architetto salentino Evangelista Menga. Si tratta dei torrioni a pinza, capaci di garantire l’ottimale volume di fuoco sul nemico, fra due cortine stellari.
Cosimo Enrico Marseglia