Posto nella parte nordoccidentale del centro storico, il Castello di Ruvo attualmente si presenta con un torrione a pianta quadrangolare, probabilmente risalente all’epoca normanna, affiancato da tre corpi di fabbrica più bassi disposti intorno ad un cortile cui si accede da sud, dove oggi si trova Piazza Matteotti, attraverso un grande arco detto Arco Melodia dal nome dell’omonima famiglia. Ad oriente della torre è ad essa addossato Palazzo Melodia, che occupa l’area dell’antico giardino della fortezza e risalente al XIX secolo, mentre sul lato opposto sono state addossate diverse abitazioni private nei primi anni del XX secolo.
Secondo le fonti a nostra disposizione, il Castello di Ruvo viene citato per la prima volta in un atto del 1179 con cui il Signore di Ruvo Roberto di Bassaville, Conte di Conversano e Loretello, effettua alcune concessioni in favore della Chiesa di San Leonardo di Siponto. La struttura originaria era la semplice torre normanna risalente all’XI secolo e munita di quattro aperture per l’osservazione ed il controllo della zona circostante nelle quattro direzioni. Tali aperture erano costituite una monofora che controllavano ad occidente la strada per Canosa, una bifora di epoca sveva a sud che controllava la via per Gravina, una trifora della stessa epoca a nord per l’osservazione della strada che collegava il centro al suo approdo marittimo: Respa, adesso incluso nella città di Molfetta, ed infine le monofore e le logge, non più interamente visibili, ad est che avevano funzione di controllo sull’abitato.
Sia la torre, sia l’arco facevano parte del dispositivo difensivo cittadino che comprendeva anche i due unici bastioni rimasti della cinta: quello quadrangolare all’angolo nordorientale e quello curvo all’angolo sudorientale. Molto probabilmente in origine la torre era esterna alla cinta fungendo da presidio per l’accesso alla città, poi successivamente, in seguito a riadattamenti, dovrebbe essere stata inserita all’interno. In epoca angioina venne aggiunta alla struttura un nuovo corpo di fabbrica a pianta circolare, detta Torre di Pilato, che successivamente i Carafa avrebbero utilizzato come prigione.
Fra il 22 ed il 23 febbraio 1503 si svolse la Battaglia di Ruvo fra il presidio francese comandato da Jacques de la Palice, in sostituzione di Louis d’Armagnac Duca di Nemours temporaneamente impegnato a Castellaneta, e le armate spagnole comandate dal celebre capitano Consalvo de Cordoba, terminata con la vittoria di questi ultimi e con la presa della città, grazie all’utilizzo delle artiglierie che dopo alcune ore di intenso fuoco aprirono una breccia nella cinta muraria. Per tale ragione, nel XVI secolo furono effettuate delle modifiche di adeguamento alle esigenze difensive derivanti dall’impiego delle armi da fuoco, così venne realizzata la cannoniera, ancora esistente, ed addossato alla Torre di Pilato un rivellino (“…elemento della fortificazione staccato dalla cinta muraria, generalmente più basso di questa ed eretto davanti a una porta, per difenderla dal fuoco e dai proietti lanciati dal nemico …” – Enciclopedia Treccani), come difesa contro il fuoco delle artiglierie.
Il castello continuò a svolgere funzioni difensive sino a quando la famiglia Carafa non lo trasformò in residenza ducale. Il rivellino fu abbattuto nel 1879 mentre due anni più tardi crollò anche la Torre di Pilato.
Cosimo Enrico Marseglia