Il Castello di Santo Stefano, noto anche come Abbazia di Santo Stefano, è una fortezza di rilevante importanza strategica posta a sud dell’abitato di Monopoli e che sin dall’epoca medievale ha fatto parte del dispositivo difensivo della città. A fondarlo sembra sia stato Goffredo Conte di Conversano nel 1086, dunque in epoca normanna, scegliendo come sede un promontorio, conosciuto come emporio romano Turris Paola, fra due piccole baie che costituivano due porticcioli naturali.
La struttura fu sede di un monastero benedettino al cui interno erano conservate alcune reliquie del Santo, nel 1365 traslate a Putignano per difenderle dalle incursioni saracene. Nel XIII secolo è attestata la presenza dei Cavalieri Ospitalieri nella struttura, dove era ubicato un loro ospedale, che divenuti feudatari del luogo provvidero a fortificarla ulteriormente utilizzandola come punto di controllo per i viaggi diretti in Terra Santa. In particolare i Cavalieri scavarono un fossato e provvidero a garantire l’attracco nelle due calette, rendendo il sito quasi una tappa obbligata per chi da Bari veleggiasse verso sud e viceversa nelle giornate di vento sfavorevole. Secolarizzati i beni dell’Ordine sotto il regno di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, durante il XIX secolo l’abbazia fortezza appartenne al Capitolo della Cattedrale di Monopoli, ora è proprietà privata.
La struttura ha una pianta poligonale irregolare e conserva l’aspetto sia della fortezza, sia dell’abbazia. Sono tuttora visibili il fossato, la cinta muraria, ed il mastio con le caditoie. L’ingresso era probabilmente preceduto da un ponte levatoio non più esistente. Nel centro del cortile c’è un pozzo antico che probabilmente veniva utilizzato per l’approvvigionamento idrico.
Cosimo Enrico Marseglia