Situato in posizione sopraelevata, il Castello di Villa Castelli domina la piana sottostante. Nella sua struttura è possibile ravvisare, nonostante i numerosi rimaneggiamenti subiti, caratteristiche architettoniche risalenti alle epoche medievale e rinascimentale. Il nucleo più antico risale al complesso di fortificazioni del feudo di Oria voluto agli inizi del XIV secolo dalla famiglia de Nantoil, il cui cognome si modificò successivamente in Dell’Antoglietta, e consisteva in una torre medievale.
Intorno alla metà del XV secolo il Principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo provvide a rinforzare la suddetta torre, trasformandola in una vera e propria fortezza che fu concessa al Signore di Oria Giovanni Bernardino Bonifacio. Caduta in stato di totale abbandono, nel XVIII secolo la fortezza veniva acquistata dalla famiglia Imperiali che provvedeva a trasformarla in residenza estiva, con conseguente perdita di tutte le caratteristiche difensive. In queste trasformazioni scomparvero i merli ed i pezzi di artiglieria in dotazione. Gli stessi nuovi proprietari impiantavano nella struttura un allevamento di cavalli di razza murgese.
Passato di mano alla famiglia Ungaro, il castello divenne Palazzo Ducale, successivamente affidato al castellano Antonio d’Arco. Nel 1822 una parte delle scuderie venne reimpiegata per la costruzione di una cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso, mentre nel 1830 la chiesa venne consacrata parrocchia dal Vescovo di Oria.
Nel corso del XX secolo la struttura è stata sede prima di una caserma, quindi in seguito di una scuola. Oggi appartiene in massima parte al Comune che lo ha adibito a sede municipale, un’altra piccola parte è di proprietà privata, mentre un’ulteriore ala appartiene alla parrocchia.
La struttura si sviluppa su due piani asimmetrici ed è circondata sui lati meridionale ed orientale da una gravina estremamente profonda, a testimonianza della precedente funzione difensiva. Al piano terra è possibile individuare la struttura originaria e della fortezza sino al XIX secolo. Il mastio originale risulta completamente inglobato nella facciata meridionale ed oggi ospita la Sala del Consiglio Comunale. Per contro la facciata settentrionale ha subito numerosi rimaneggiamenti, e presenta al piano nobile una fila di finestre finemente decorate che alleggeriscono il profilo. L’androne è sovrastato da volte a botte, mentre uno scalone d’onore consente l’accesso al piano nobile, corredato da finestre e porte, le cui cornici risalgono al XX secolo e presentano uno stile di ispirazione rinascimentale.
Cosimo Enrico Marseglia