Posto sulla collina più settentrionale del paese, il Castello di Minervino ha sempre occupato, sin dall’epoca della sua costruzione, una posizione di notevole importanza strategica. Il primo nucleo della struttura risale all’epoca normanna, probabilmente intorno al 1042, tuttavia fu soggetto a diversi interventi di ampliamento ed adeguamento sino agli inizi del XIV secolo, sotto la signoria di Giovanni Pipino. Negli anni 1341 e 1350 la fortezza fu teatro di alcuni scontri armati fra le famiglie rivali Pipino e del Balzo, mentre agli inizi del XVI secolo fu abitato dall’eroe francese Cavalier Bayard, conosciuto anche come Cavaliere senza macchia e senza paura, all’epoca delle contese fra Francesi e Spagnoli per il possesso del Regno di Napoli.
Divenuti Signori di Minervino i Principi Pignatelli, il castello fu oggetto di diversi interventi di ristrutturazione fra il 1619 ed il 1657, che lo trasformarono in dimora residenziale signorile. In particolare venne aggiunto un nuovo corpo di fabbrica anteriore con una nuova facciata principale, separato dal nucleo normanno da un ampia corte. Inoltre venne costruito un passaggio interno fra la fortezza e la chiesa, all’epoca dedicata a San Francesco ma oggi conosciuta come Sant’Antonio, allo scopo di permettere ai principi di assistere alla messa senza attraversare il suolo pubblico.
Il castello nel corso degli anni è stato adibito alle più svariate funzioni, sino a non molti anni fa infatti era sede contemporaneamente del Comune, della Pretura, del Commissariato di Pubblica Sicurezza, della locale Stazione dei Carabinieri ed anche del carcere mandamentale. Oggi è sede del Municipio, del Museo Archeologico e dell’Ufficio del Giudice di Pace.
La struttura si presenta a pianta quadrangolare con un ampio cortile centrale che separa, come già asserito, il nucleo antico, posto sul versante settentrionale, dalla residenza seicentesca.
Altra struttura fortificata presente nel paese è la, edificata fra il 1454 ed il 1462 da Pirro del Balzo, figlio del Duca di Andria Francesco, che aveva sposato Maria Donata Orsini, figlia ed erede di Gabriele, Duca di Venosa e Barone di Minervino Murge, defunto proprio nel 1454. Come luogo per l’erezione della torre venne scelta una delle ultime propaggini collinari delle Murge nordoccidentali, a sud del paese, ed aveva funzioni essenzialmente di osservazione, come riportato su un’antica lapide, sovrastata dal blasone dei del Balzo. Oggi purtroppo sia l’epigrafe che lo stemma sono scomparsi, a causa dei vari atti vandalici perpetrati nel corso degli anni.
La struttura si collocava all’esterno del paese sino alla fine del secolo XVII, quando l’abitato cominciò a svilupparsi oltre il nucleo storico, in direzione sud, ed attualmente è letteralmente soffocata dalle abitazioni costruite intorno. In tempi recenti è stato costruito un chiosco sulla sua sommità, che continua l’opera di deturpamento.
La torre si presenta in forma cilindrica e si sviluppa su diversi livelli collegati fra loro da scale lignee mobili per motivi puramente di difesa. Le mura sono molto spesse. Un tempo la sua difesa era garantita da un bastione a pianta quadrata che la circondava, esistente sino al XII secolo ed in seguito inspiegabilmente demolito, sul cui versante interno erano addossati dei piccoli locali adibiti a magazzini, depositi e stalle. La struttura è interamente circondata da abitazioni.
Cosimo Enrico Marseglia