mercoledì 20 Novembre, 2024 - 1:38:59

Fortezze e Castelli di Puglia: Il Castello o Torre di Argiro di Santo Spirito (Bari)

In realtà il fortilizio di Santo Spirito, noto come Castello o Torre di Argiro, non era un vero e proprio castello, almeno nell’accezione in cui il termine viene inteso, bensì si trattava di una struttura fortificata a difesa del porto, il cui sito era frequentato probabilmente già in epoca romana. Si trattava di una torre cilindrica, di cui è ancora possibile vedere qualche traccia nell’attuale Via Giovanna Ranieri, e risalente all’epoca delle invasioni saracene fra l’VIII ed il IX secolo e che, per tale motivo, era conosciuta come Castello Saraceno. Sembra che proprio i Saraceni lo avrebbero distrutto verso la metà del IX secolo, tuttavia venne ricostruito probabilmente su iniziativa dei cittadini di Bitonto. La torre era alta circa 10 metri, si sviluppava su due piani ed era munita in alto di caditoie mentre lungo le pareti erano presenti diverse feritoie.

Durante la dominazione bizantina la struttura cambiò denominazione assumendo quella di Torre o Castello di Argiro. Questi era figlio di Melo di Bari e secondo una tradizione nel 1042 si sarebbe fermato nella fortezza mentre si spingeva a nord per conquistare Giovinazzo e Trani. Un’altra ipotesi, invece, sostiene che il nome deriverebbe dal fatto che Argiro avrebbe provveduto alla sua ristrutturazione.

Nel corso degli anni il castello è stato più volte citato in diversi documenti relativi alle controversie ripetutamente sorte fra Bari e Bitonto in merito ai confini. Una prima citazione risale al 12 febbraio 1311 in una lettera di Roberto d’Angiò, quindi agli inizi del XIV secolo viene nuovamente menzionato in un istrumento di Ladislao d’Angiò – Durazzo in cui viene fornita una descrizione dei limiti fra i suddetti centri. Una nuova menzione della torre la abbiamo in un altro documento del 1585. Nel 1759 il terreno su cui sorgeva la torre fu venduto ad un privato che provvide a costruirvi sopra un’abitazione, mentre nel XIX secolo ciò che restava della fortezza fu definitivamente buttato giù.

Oggi è possibile osservare alcune tracce della Torre di Argiro nelle mura dell’abitazione che sorge al suo posto, consistenti in strutture murarie di varie forme e dimensioni mentre sulla terrazza si scorgono i resti dei muri circolari della struttura.

 

Cosimo Enrico Marseglia

 

 

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Notizie su Cosimo Enrico Marseglia

Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena

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