VIESTE (Foggia) – Bellissimo e suggestivo il Castello di Vieste domina il paese con la sua mole, arroccato su uno spuntone di roccia a strapiombo sul mare all’estremità sudoccidentale. Una prima fortificazione fu fatta erigere dai Normanni e successivamente venne ampliata sotto il regno di Federico II di Svevia, intorno al 1240, dopo aver subito diversi danni a causa delle lotte fra il papato e lo stesso imperatore.
Un ulteriore ampliamento e rinforzo venne eseguito nel 1537 sotto il dominio spagnolo, all’epoca del Viceré di Napoli Don Pedro de Toledo, ed un altra ristrutturazione fu ancora effettuata nel 1559 sotto il viceregno di Don Parafan de Ribera, che modificarono completamente l’assetto del vecchio castello medievale, finito inglobato nelle nuova struttura, per adeguarlo alle esigenze difensive ed ai nuovi canoni militari sorti con l’impiego e lo sviluppo delle armi da fuoco, in special modo dei pezzi di artiglieria.
La fortezza ha una pianta triangolare rinforzata con tre bastioni a lancia agli angoli e presenta altre opere militari strutturate secondo le esigenze belliche del Rinascimento. Entrati nel cortile si notano alcune lapidi con i blasoni delle Case d’Aragona e di Castiglia che testimoniano le dominazioni aragonese e spagnola sul Regno di Napoli. Sulla destra si staglia il bastione nordorientale che è anche il più imponente e massiccio. L’interno si sviluppa su due piani costituiti da due sale a cupola, con bocche laterali che ospitavano i pezzi di artiglieria mentre in alto ed al centro altre aperture consentivano l’uscita dei fumi di zolfo dopo lo sparo. Lo spessore delle cortine, superiore anche ai tre metri, doveva offrire una maggiore resistenza alle cannonate nemiche e pertanto presentano una forte angolazione in modo da ridurre la superficie del bersaglio alle artiglierie navali che avessero voluto bombardare il maniero. Dei cannoni originali ne è rimasto solo uno, adesso incastrato nel parapetto sudoccidentale. Uno dei bastioni ospita la torretta del semaforo ed è possibile accedervi attraverso una rampa ora a gradoni ma in origine liscia, che aveva la funzione di trainare le artiglierie in alto, tirandole a mano o con l’ausilio di muli.
Nel corso della storia il castello ha subito diversi danni durante alcune incursioni veneziane e turche ed infine nella Prima Guerra Mondiale, la mattina del 24 maggio, fu colpito da alcuni proietti sparati da una flotta austroungarica che poche ore prima aveva colpito anche Manfredonia e Barletta. Attualmente la fortezza è utilizzata dalla Marina Militare Italiana che vi ha posto il già citato semaforo, vi è inoltre un osservatorio dell’Aeronautica Militare per la redazione di un bollettino meteorologico.
Cosimo Enrico Marseglia
in collaborazione con corrieresalentino.it