Sappiamo che sino ad una settantina di anni fa esistevano i resti di un castello ad Uggiano Montefusco, ora frazione di Manduria, in merito al quale purtroppo abbiamo poche fonti documentarie. Il testo a cui dobbiamo far riferimento è uno scritto dello studioso Primaldo Coco, che è anche il più attendibile. Secondo questi, l’origine di Uggiano risale al XII secolo, quando alcuni abitanti di Casalnuovo, l’odierna Manduria, si sarebbero rifugiati nei pressi di un fortilizio sito nel luogo dove oggi sorge Uggiano Montefusco.
Secondo la tradizione, in epoca sveva esisteva già un castello però mancano fonti che possano avvalorare tale tesi. Il primo documento in cui viene citato il borgo è un atto con cui il Re di Napoli Roberto d’Angiò concede tale feudo a Costanza Montefusco, vedova di Egidio de Fallosa, già Signora di Cellino e Parietalto. D’ora in poi il centro verrà indicato come Uggiano Montefusco per distinguerlo da Uggiano la Chiesa. Alcuni atti della Cancelleria Angioina, citati dal Coco, parlano di Ciccarello Montefusco da Nardò, marito di Margherita, figlia naturale di Giovanni Antonio Orsini del Balzo Principe di Taranto, Duca di Bari e Conte di Lecce, Soleto e San Pietro in Galatina, che acquista il feudo di Uggiano per 809 ducati d’oro. Nel secondo atto la Regina di Napoli Giovanna II da il suo assenso all’acquisto.
Dopo una damnatio memoriae di alcuni anni il Castello di Uggiano Montefusco ritorna alla luce documentale nei primi anni del XVI secolo, al tempo delle dispute fra Spagnoli e Francesi per il Regno di Napoli, il presidio militare stanziato al suo interno si ribellò ai Transalpini, costringendo il Capitano d’Arces, di stanza ad Oria, a dirigersi contro di esso, alla testa dei suoi uomini, per sottometterlo. Nel 1584 il castello è proprietà della famiglia Albrizi che a loro volta lo cedono al Conte Marcaurelio di Roma. Nel XVIII il maniero passa nelle mani della famiglia Imperiali Principi di Francavilla Fontana.
Un nuovo periodo di vuoto documentale e quindi arriviamo al 1850, quando lo studioso Giacomo Arditi (1815 –1891) ne da una descrizione, secondo la quale la fortezza era costituita ormai soltanto da una torre a pianta quadrata merlata con una porta in stile moresco, fatta demolire dal proprietario per costruirvi al suo posto alcune casupole. Per contro, Primaldo Coco che nel 1914 avrebbe visitato il castello, riferisce dell’esistenza di una torre a pianta quadrata o donjon non ancora demolita benché pericolante. Nella struttura, al pianterreno, erano presenti degli affreschi ed un’iscrizione su un’architrave difficilmente decifrabile.
Nel 1937 viene posto vincolo conservativo al solo torrione mentre nel 1948, considerando che anche questo è in totale rovina, ne viene disposta la demolizione.
Cosimo Enrico Marseglia