L’ormai scomparso Castello di Patù si collocava nel centro storico del paese e risaliva alla prima metà del XV secolo, pertanto all’epoca del passaggio dalla dominazione angioina a quella aragonese. La struttura in origine era costituita da quattro cortine che univano altrettante torri angolari, con una piazza d’armi centrale. Il tutto era circondato da un fossato che negli anni in parte è stato colmato ed in parte trasformato in giardino.
La struttura aveva funzioni essenzialmente difensive ed in effetti più volte offrì rifugio e riparo alla popolazione, contro le scorrerie condotte dai pirati turchi. La zona era infatti soggetta ad incursioni provenienti dal mare già da tempo. A tal proposito, occorre ricordare che l’antica città di Vereto, risalente all’epoca messapica, non lontana dall’attuale Patù, venne distrutta nel IX secolo dai Saraceni, che intendevano utilizzarla quale testa di ponte per un’invasione della Penisola Salentina. Si racconta che l’invasione fu fermata dalle forze inviate in soccorso dal Re di Francia Carlo il Calvo, nello scontro armato avvenuto il 24 giugno 877. Successivamente, nel 924, alcuni abitanti superstiti di Vereto fondarono Patù a breve distanza dalla Patria distrutta ma in un luogo più protetto.
Del castello resta oggi soltanto uno dei quattro torrioni angolari, la Torre del Fortino, in parte crollato ed alcuni resti di mura a secco, probabilmente appartenenti ad una delle cortine della fortezza. Sul finire del 2017 hanno avuto inizio alcuni lavori di restauro finalizzati alla conservazione del suddetto torrione.
Cosimo Enrico Marseglia
.