Il Palazzo Ducale di Scorrano occupa il luogo dove un tempo sorgeva una fortezza di epoca angioina – aragonese, appartenuta al Principe di Taranto, Duca di Bari e Conte di Lecce Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Nel 1463 diventò proprietà della corona, che vi insediò un presidio militare, successivamente impegnato, negli anni 1460 – 1461, nelle operazioni per la liberazione di Otranto dopo la conquista turca.
Nella seconda metà del secolo XVII la struttura fu acquistata dai Duchi Frisari, autori di una serie di interventi di ampliamento e modifica che le hanno dato l’aspetto attuale. Alla fine del XIX secolo, in seguito alla nozze fra la Duchessa Teresa, ultima discendente dei Duchi Frisari, col Duca di Poggiardo Carlo Guarini, la struttura diveniva proprietà dei loro eredi.
Il palazzo ha una pianta quadrangolare con un’ampia corte centrale e si sviluppa su tre livelli: pianterreno, piano nobile e secondo piano, cui si aggiunge anche un livello seminterrato. La facciata principale settecentesca presenta alcune modifiche neoclassiche del XIX secolo ed è caratterizzato dal portale d’ingresso sormontato da un balcone e dal blasone della famiglia Frisari in alto. Gli ambienti al pianterreno ospitavano un tempo le scuderie ed i depositi, mentre nel seminterrato vi erano la cantina ed un frantoio, entrambi con volte a botte. Ai piani superiori, che ospitano i locali destinati alla residenza ed alla rappresentanza, si accede dall’atrio grazie ad uno scalone d’onore sovrastato dal blasone dei Duchi Guarini. Al piano nobile è annessa la Cappella gentilizia di Santa Barbara.
Degno di nota è anche il giardino storico su cui il palazzo si affaccia, caratterizzato da un tipico impianto del XVIII secolo con aiuole formate da pietre di varie forme cementate con malta e frammenti di coccio. Particolarmente suggestiva è la fontana, simile ad una grotta con un mascherone di pietra, da cui esce l’acqua formando una piccola cascata che si getta in una vasca rotonda, decorata con cocci, vetri policromi ed altri frammenti di vari materiali. All’interno del giardino vivono anche piante ormai considerate rare.
Cosimo Enrico Marseglia