I Cavalieri dell’Ordine del Tempio, comunemente conosciuti come Cavalieri Templari, possedevano già nel XII secolo alcuni beni ad Alberona, come la Chiesa di Santa Maria di Bulgano o Vulgano, loro concessa dal Conte del Molise Corrado. Con la dominazione angioina, nella seconda metà del XIII secolo, l’intero borgo pare che venisse concesso in feudo al suddetto Ordine. Il monumento più importante di Alberona è dunque la Torre del Gran Priore, appartenuta appunto ai Templari, che è tutto ciò che resta dell’antico Palazzo del Priore insieme ad una parte dei sotterranei.
Nel 1307, tuttavia, iniziava la persecuzione dell’Ordine per volere del Re di Francia Filippo IV detto il Bello e del pontefice Clemente V, che avrebbe trovato il suo epilogo nella Bolla papale Vox in Excelso del 22 marzo 1312, che sospendeva l’Ordine, e non sopprimeva come erroneamente sostenuto, e nella morte sul rogo dell’ultimo Gran Maestro, Jaques de Molay, e del Precettore di Normandia, Geoffrey de Charnay, avvenuta a Parigi il 18 marzo 1314. Anche nel Regno di Napoli l’Ordine del Tempio venne sospeso, per volere di Carlo II d’Angiò, stretto parente di Filippo il Bello, di conseguenza anche i beni posseduti, tra cui quelli di Alberona, vennero confiscati e concessi all’Ordine degli Ospitalieri, gli attuali Cavalieri di Malta, secondo quanto disposto nella bolla papale Ad Providam del 29 maggio 1312.
Secondo un documento del 25 gennaio 1313, a firma di Roberto d’Angiò, veniamo a sapere che alla ex Precettoria Templare di Alberona apparteneva anche il casale di Serritella, di cui si era impossessato in maniera del tutto arbitraria il Signore di Pietra Montecorvino, Bartolomeo Siginolfo, dopo l’arresto dei Cavalieri Templari. Il d’Angiò aveva redatto il documento in seguito alla protesta dei Cavalieri Ospitalieri Bartolomeo di Capua e Pipino di Barletta.
Nel XIV secolo la torre diveniva residenza del Gran Priore dei Cavalieri di Malta di Barletta e rimaneva in possesso dei suddetti Cavalieri sino al 1809, quando gli ordini vennero soppressi da Gioacchino Murat. Oggi la torre è sede dell’Associazione Italia Nostra, a cui è stata donata nel 2002.
La struttura si presenta a pianta semicircolare e di forma semi cilindrica. Si sviluppa esternamente su tre livelli, il primo dei quali molto più alto degli altri, separati fra loro da due tori marcapiano. Sull’ultimo livello vi sono diversi beccatelli disposti su tutta la superficie, mentre la costruzione presenta diverse feritoie.
Cosimo Enrico Marseglia