sabato 23 Novembre, 2024 - 11:28:11

Fortezze e Castelli di Puglia: Il Torrione Angioino di Bitonto

Il Torrione Angioino, chiamato anche erroneamente castello, è in realtà una delle ventotto torri, ed anche la più grande, inglobate nell’antica cinta difensiva di Bitonto. Secondo alcuni storici fu edificato alla fine del XIV secolo allo scopo di difendere la vicina Porta Baresana. Secondo altri studiosi invece, risalirebbe alla prima metà del XV secolo per volere di Giovanni I Ventimiglia e di Marino Curiale, i cui blasoni risultano scolpiti sui capitelli di due colonnine di un camino al primo piano. I primi documenti che parlano del torrione risalgono all’incirca alla metà del XV secolo, descrivendolo come un dispositivo atto alla difesa radente, mentre in base ad atti successivi si deduce che la struttura fu in seguito adibita anche a prigione.

All’epoca delle contese fra Spagnoli e Francesi per il dominio sul Regno di Napoli, il Duca di Nemours definì il torrione: “Non meno possente della torre di Bruges”. Anche Josè Carrillo de Albornoz, Duca di Montemar, che alla testa delle armate franco – spagnole nel 1734 sconfisse proprio a Bitonto gli Austriaci, determinando l’ascesa di Carlo III di Borbone sul trono di Napoli, ebbe a definirlo come una delle fortezza più resistenti e più difficile da conquistare in tutto il regno.

La pianta della struttura è circolare, molto simile ad analoghe torri napoletane di epoca angioina ma anche francesi. Le mura sono molto spesse ed interrotte dal portale di ingresso e da varie finestre poste a differenti altezze, mentre il terrazzo si presenta merlato. L’interno si sviluppa su tre livelli di cui, il primo ed il terzo hanno una forma circolare mentre il secondo è ottagonale con volte a crociera ed ospita il su citato caminetto. Il collegamento fra i tre livelli avviene attraverso stretti corridoi.

Attualmente, dopo alcuni interventi di restauro, il torrione è utilizzato per eventi culturali ed ospita al suo interno una galleria di arte contemporanea. Alcuni scavi archeologici condotti negli ultimi anni, hanno consentito il recupero di alcune casematte (“Vano coperto ricavato dentro mura, aperto verso l’esterno – per consentire la difesa radente – con larghe feritoie orizzontali in maniera da consentire un ampio settore di tiro o un tiro a sezione prestabilita”da G. Giardella – C Robotti, Il Castello Carlo V. Un’opera fortificata a Capua, Edizioni del Grifo, Lecce, 2000, pg. 95), il rivellino (“… elemento della fortificazione staccato dalla cinta muraria, generalmente più basso di questa ed eretto davanti a una porta, per difenderla dal fuoco e dai proietti lanciati dal nemico …” – Enciclopedia Treccani), un fossato con tracce di un ponte levatoio.

Tutte le 27 torri che costituivano il dispositivo difensivo di Bitonto, inoltre, erano collegate fra loro attraverso cunicoli segreti sotterranei che consentivano lo spostamento delle truppe da un fortilizio all’altro in caso di necessità e celate all’osservatore nemico.

Cosimo Enrico Marseglia

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Notizie su Cosimo Enrico Marseglia

Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena

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