Palazzo Granafei di Sternatia, dal nome dell’omonima famiglia feudataria a partire dal 1733, sorge sui resti di una precedente fortezza. Con ogni probabilità il primissimo nucleo era un fortilizio risalente all’epoca bizantina e successivamente passato di mano e riadattato nel corso delle varie dominazioni succedutesi. L’ultimo riadattamento risale all’età aragonese e di tale antico castello rimangono oggi i resti del portale in stile durazzesco, annessi ad un’abitazione privata.
Durante la campagna per la liberazione di Otranto, caduta in mano turca nel 1480, la fortezza ospitò il quartier generale dell’esercito napoletano, agli ordini del Duca di Calabria Alfonso d’Aragona, e delle milizie al comando del Conte di Conversano Giulio Antonio Acquaviva. Sempre da qui partì la spedizione che liberò la città nel 1481.
Nel 1593 il castello ed il feudo furono proprietà della famiglia Personé e cinque anni più tardi passarono ai Cicala. Fu nella prima metà del XVIII secolo che, su disposizione della famiglia Granafei, l’antica fortezza venne demolita ed al suo posto costruito il Palazzo Baronale, sembra ad opera del celebre architetto Mauro Manieri da Lecce. L’attuale aspetto, tuttavia, è dovuto ad un successivo intervento effettuato nel XIX secolo.
L’imponente struttura si presenta a pianta quadrangolare, con un ampio cortile centrale della medesima forma, e si sviluppa su tre livelli: pianterreno, i cui ambienti erano adibiti a scuderie, piano nobile e secondo piano. Il prospetto principale presenta un sontuoso portale sovrastato dalle armi della famiglia Granafei e da una lunga balaustra che si sviluppa per tutta la facciata. Più sobrio è invece il versante posteriore, totalmente privo di decorazioni e con la base a scarpa. Le sale del piano nobile recano affreschi rococò a motivi mitologici, ed ospitano alcune opere pittoriche di valore.
Cosimo Enrico Marseglia