Sorprendono le manipolazioni, irresponsabili e strumentali, finora registrate sulla vicenda del depuratore di Sava-Manduria. Ecco perché, a seguito della nuova ipotesi progettuale presentata da Aqp agli amministratori dei comuni di Manduria ed Avetrana, ho richiesto un’audizione in quinta commissione regionale dei soggetti coinvolti (Aqp, Arpa, Aip, governo regionale e sindaco di Sava) per conoscere il cronoprogramma inerente la realizzazione del nuovo depuratore consortile Sava-Manduria. Un incontro tecnico, utile per mettere finalmente le carte in tavola.
È emerso che l’assessore ai Lavori pubblici, Giovanni Giannini, ha richiesto ad Aqp un piano di fattibilità sullo scarico in falda delle acque (con realizzazione di trincee drenanti e pozzi anidri) da trasmettere con la massima urgenza al ministero dell’Ambiente, unitamente alla richiesta di derogare alle leggi che vietano questa soluzione. E’ stata confermata, inoltre, la dotazione dell’impianto di un modulo di affinamento per consentire l’utilizzo della acque affinate in agricoltura, già previsto dalla precedente legislatura regionale. In tal modo, qualora non si dovesse ottenere la deroga dal legislatore nazionale circa lo scarico in falda, lo scarico a mare non comporterebbe alcun danno per l’ambiente, trattandosi di acque affinate.
Data la massima attenzione dimostrata dall’assessore sul tema, insieme alla necessità, ormai non più procrastinabile, di risolvere un problema di salute ed ambientale divenuto emergenza, che interessa il Comune di Sava e lo stesso comune di Manduria, ho ritenuto opportuno evidenziare quanto sia necessario avviare i lavori del solo depuratore evitando di accumulare ulteriori giorni di sospensione. O davvero per qualcuno è ancora intellettualmente onesto continuare a sostenere una sterile polemica, ormai superata, con l’intento di anteporre i diritti dell’ambiente, della salute del mare a discapito di quella dell’uomo? Si dell’uomo. Diritti che, intendiamoci, vanno tutti salvaguardati. Ma probabilmente si è perso di vista un dato fondamentale: cioè che l’attuale stato di inquinamento del sottosuolo incide direttamente e pesantemente sulla salute pubblica. Auspico quindi senso di responsabilità da parte di tutti: che le istituzioni possano assolvere al loro compito pedagogico sull’informazione pubblica, dopo anni di disinformazione sull’argomento. Ma soprattutto che si voglia tutti insieme, al di là della demagogia e del populismo effimero, come le velleità di qualcuno, decidere convintamente di dare avvio ai lavori e chiudere questa vicenda una volta per tutte.
Francesca Franzoso, consigliera regionale Forza Italia
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