I predoni delle campagne in Puglia stanno facendo razzia di olive, denuncia Coldiretti Puglia, che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi.
«I mandanti dei gruppi criminali sono italiani – denuncia Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia – anche se spesso si avvalgono di “manodopera” straniera. Stanno letteralmente depredando gli oliveti del barese, tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 chili di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.
Plauso all’attività della Guardia di Finanza che ha scoperto a Torremaggiore (Foggia) in un frantoio – aggiunge Coldiretti Puglia – oltre 53 quintali di olive rubate pronte per essere molite. Gli episodi più gravi si stanno registrando nelle zone orientale e occidentale di Taranto, nel nord barese e a Torremaggiore, San Severo e Cerignola».
«Il calo della produzione del 25% rispetto alla media produttiva pugliese – aggiunge il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – sta facendo degenerare la situazione. E questo è un fenomeno che preoccupa e non poco gli imprenditori olivicoli pugliesi, vittime di razzie di olive ad opera di squadre organizzate. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della ‘refurtiva’ che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via».
Secondo l’analisi dell’Osservatorio sulla Criminalità dell’Agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti sui risultati conseguiti dalle forze di polizia, l’intero comparto agroalimentare è caratterizzato da fenomeni criminali legati a furti, estorsioni e alla contraffazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti. I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all’alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare. Per questo Coldiretti Puglia, ringraziando le forze dell’ordine per l’opera incessante svolta quotidianamente, chiede una stretta sui controlli per assicurare maggiore sicurezza agli agricoltori e agli operai.
I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva sono stati all’ordine del giorno anche nel 2016. Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari.
I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame letteralmente volatilizzati lasciando le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali.
Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio “made in Puglia”, a danno dell’imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori.
Coldiretti Puglia
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