martedì 26 Novembre, 2024 - 5:26:08

Giuda con un bacio hai tradito… Potremmo dire: Giuda von un bacio hai reso possibile la Salvezza?

giudaLo scandalo della Croce ai piedi di Cristo non è la morte di Dio o l’inizio della mortalità nella speranza dell’immortale. Lo scandalo più terribile resta la confusione dei ruoli tra le genti che hanno accompagnato lungo la strada del Calvario il passo di Gesù.
La domanda storica escatologica ontologica metafisica resta ancora incompiuta. È proprio questa incompiutezza che riga di sudore e di sangue le rughe tutte espressive del Figlio di Dio. Perché si giunge a processare Gesù? Affinché le scritture si compiano? Perché si cattura Gesù negli Orti degli Ulivi? Lo spazio intermedio dove le tenebre spezzano la luce e il bacio, l’unico bacio, non è un bacio di amore semplicemente. È il bacio di una Passione che non annuncia il tradimento, ma il sacrificio. Annuncia il dolore che toccherà l’uomo nella sua dimensione tra la gelosia e la profezia.
Giuda si macchia di tradimento. Ma un bacio può tradire? Con un bacio si può mai tradire? Ma sì, tutto comincia con un bacio per toccare l’estasi… Il bacio tradisce nel momento in cui si sacrifica se stessi e la passione per il troppo amore diventa lo sdoppiamento tra il possesso e l’avvertimento.
Era necessario dover identificare con un bacio Gesù?
Non c’è storia e neppure sofferenza teologica nel superare la metafisica della conoscenza e della consapevolezza. Il Bacio tra gli Ulivi è una potente metafora che non si circoscrive nell’atto della individuazione e nel compimento dell’atto stesso del tradire con un gesto d’amore. Tradire è tradurre un sentimento di abbandono? Che senso avrebbe avuto il concetto di “amico” tra le parole pronunciate da Cristo?
Giuda resta lo scandalo nella tradizione della salvezza. La salvezza è un bacio e il bacio è complicità. La complicità è un porsi davanti allo sguardo dell’amore.
Tra Gesù e Giuda c’è amore perché c’è la consapevolezza della unione nella disperazione della separazione. La tragedia dell’uomo nel passaggio tra l’età del limite dell’avanti Cristo e il dopo Cristo inizia con l’incontro delle labbra di un eretico come Giuda che toccano il viso dell’Uomo di Nazareth. È tradimento? È riconciliazione tra il male a priori e il bene? Con un bacio si realizza la consegna del Giusto agli ingiusti? Ma il Tempio resta intoccabile e Pilato non smette di vivere, in tutte le epoche e per le epoche che verranno, nella completa conflittualità e confusione.
Pilato, Giuda e Gesù. Tre Personaggi nel destino tragico e nel misterioso cammino dell’indefinibile. Chi si salverà? Neppure Pietro che ha avuto il “dono” di rinnegare ed ereditare le ambiguità cristiane post Nerone. Lo strazio di Pietro è atroce. Lo è nella storia, ma lo è anche nella teologia della giustificazione e il suo nome rimane, comunque, legato al Canto del Gallo nonostante la edificazione del nuovo Tempio sulla pietra.
A salvarsi, nel nome del popolo rivoluzionario e in nome della “sconciliazione” dei mercanti che affollano il Tempio, è Barabba. Il tempo di Barabba è come se restasse in una latente contrapposizione con quella di Gesù. Il Tempio del giustizialismo che condanna sia Gesù che Giuda è il tempio di Barabba. Il terrore viene edificato a liberazione e la rivolta dell’amore, che rivoluziona la vita in bellezza, viene ad essere processata da un tribunale con decisione sommaria.
Lo strazio che si consuma nel Getsemani non è un atto di dolore soltanto. È la tragedia dell’uomo che vince nel viaggio dell’amore. Ma è, comunque, dalla tragedia che lo spazio della profezia diventa specchio della Provvidenza. Abbiamo dovuto subire la liberazione di Barabba per raccogliere la vera Salvezza che passa inevitabilmente attraverso un bacio.
Il Bacio di Giuda è Amore. Senza questo bacio ci sarebbe stata la Resurrezione? Senza il Venerdi di Passione ci sarebbe stato il grande Miracolo rivelante del Cristo che è in noi?
Diciamo ancora: Tu Giuda con un bacio hai tradito…
Potremmo mai dire: Tu Giuda con un bacio hai reso vera la santificazione della Salvezza?

Pierfranco Bruni

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