Stretti tra turni massacranti, straordinari e lavoro notturno, in Italia lavorano circa 450.000 infermieri, vero e proprio tramite tra il medico e il paziente.
Una figura professionale sempre più complessa, che, in occasione del World Nurse Day, vuol parlare di sé ai cittadini. Da incontri nelle piazze a eventi sulla prevenzione, sono decine le iniziative organizzate in tutta Italia dalle Federazioni Provinciali delle Professioni Infermieristiche (OPI) per il 12 maggio, Giornata Internazionale dell’Infermiere, per la prima volta patrocinata dal Ministero della Salute.
Un giorno che la Federazione Nazionale degli Ordini (Fnopi) ha voluto celebrare con un manifesto affisso negli ospedali e negli ambulatori, per parlare della professione ai cittadini.
“In quelle righe – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi – lo spieghiamo in modo chiaro: ci mettiamo la faccia.
Siamo il terminale del Sistema salute, costituiamo la sua linfa vitale. Ci mettiamo inoltre le braccia, la schiena, le mani. Ma – aggiunge Mangiacavalli – ci mettiamo anche la testa”, perché “ci formiamo e ci specializziamo nelle Università”. Un lavoro impegnativo, che lo è ancor di più per le condizioni in cui gli infermieri si trovano a operare, tra sovraccarico di lavoro e blocco delle assunzioni: ne mancano all’appello infatti almeno 20mila in ospedale e 30mila sul territorio.
Se quella dell’infermiere è una professione per definizione ‘in prima linea’, questo vale doppio nel caso dei 8.843 infermieri, tra cui anche tanti italiani, che collaborano con Medici Senza Frontiere. Un esercito coraggioso oltre che preparato, che ogni giorno fornisce cure mediche salva-vita in 72 paesi del mondo, sfidando guerre, terremoti, carestie ed epidemie. “Chi lavora come infermiere per MSF – spiega Tamara Candiracci, infermiera e career manager degli infermieri italiani dell’associazione – può sentire in prima persona come esserci faccia davvero la differenza tra la vita e la morte per i nostri pazienti”.
Nella giornata ricorre anche il ventennale della nascita del sindacato di categoria Nursind, nato nel 1998 a Roma: “da allora è il sindacato di categoria con il maggior consenso nel comparto sanità (più di 32.000 voti)”, spiega in una nota, con la quale chiede “che sia riconosciuta la dignità professionale degli infermieri italiani. Chiediamo quindi prioritariamente dotazioni organiche adeguate e stipendi adeguati alle responsabilità connesse all’esercizio professionale”.(ANSA).
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