(nella foto – Lo Strillone News -in alto un esemplare di granchio azzurro preso oggi, proprio a riva, in una frequentata località balneare della costa di #Manduria )
Una specie aliena di crostaceo sta “minacciando” ultimamente le spiagge salentine: si tratta del granchio azzurro, il Callinectes sapidus, e a dare l’allarme è Ata-pc Lecce.
Le numerose segnalazioni da parte di cittadini e turisti hanno portato la vicepresidente dell’associazione ambientalista, Primula Meo, a mettere in guardia sulla pericolosità dell’animale.
Il granchio azzurro sarebbe infatti aggressivo e a correre maggiori rischi sarebbero i bambini, che potrebbero ferirsi con le spine presenti sul carapace dell’animale o attraverso le chele molto taglienti.
Questa specie aliena rappresenta però soprattutto una minaccia per la biodiversità autoctona e per la pesca poiché rappresenta un predatore di molluschi, altri crostacei e diversi pesci e perché le sue chele sarebbero capaci di rompere reti e attrezzatura da pesca.
Numerosi avvistamenti sono stati registrati sulle spiagge salentini di Spiaggiabella e Torre Rinalda: il granchio ha invaso il Mar Mediterraneo dal Golfo del Messico a causa dell’aumento delle temperature.
Una volta colonizzate le coste di Grecia e Albania, si è diffuso velocemente grazie all’assenza di predatori naturali e ora rappresenta un problema per gli ecosistemi, nonché un disturbo per i bagnanti.
Ata-pc Lecce sta monitorando la situazione e prega la cittadinanza di inviare le proprie segnalazioni fotografiche via email in caso di avvistamento.
Riconoscere il granchio azzurro è abbastanza semplice poiché presenta una colorazione tendente al blu e per via delle grandi dimensioni: questo granchio può infatti raggiungere una lunghezza di 10 centimetri e una larghezza di 20.
Precisazione dell’associazione Ata-pc Lecce.
“Si ringraziano le numerose persone che hanno colto la vera essenza del comunicato stampa sul Granchio azzurro, redatto insieme al Prof. Pinna dell’Università del Salento, e che ci stanno contattando fornendo un contributo prezioso alla ricerca con le loro segnalazioni.
Si ribadisce che con tale comunicato non si è voluto demonizzare la specie e tanto meno vietarne la pesca o altro.
La vera essenza dell’articolo è quello di monitorare la diffusione di tale esemplare oltre che negli ambienti lagunari anche nelle zone di balneazione e di sollecitare i bagnanti a fare attenzione, soprattutto per i loro bambini, a non ferirsi e/o tagliarsi poggiandoci il piede sopra o prendendolo senza cautela.”
Chi lo incontrasse, può inviare una fotografia a atapc.lecce@yahoo.com
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