La sicurezza della navigazione rimane uno degli obiettivi cardine della Guardia Costiera Italiana che, da anni, si afferma tra le prime nazioni europee per lo sforzo ispettivo profuso nell’ambito dell’attività Port State Control – PSC.
Si tratta della attività di ispezione, da parte dell’Autorità dello Stato di approdo, delle navi straniere circa il rispetto degli standard minimi di sicurezza imposti dalle convenzioni internazionali, cosiddetti “strumenti pertinenti”, nonché delle normative europee e nazionali.
Il 12 luglio 2021, al termine dell’attività ispettiva di circa dieci ore, a bordo di una nave battente bandiera portoghese, i militari del nucleo Port State Control della Capitaneria di Porto di Taranto, hanno emanato il provvedimento di fermo. L’unità, intenta nell’imbarco di prodotti siderurgici presso il terminal Acciaierie d’Italia, risultava non rispondere agli standard minimi, mostrando diverse carenze nell’ambito della sicurezza della navigazione e della tutela dell’ambiente marino. In particolare l’attività ispettiva condotta ai sensi della Direttiva comunitaria 2009/16/CE recepita nell’ordinamento nazionale con il D.Lgs. n. 53/2011, ha evidenziato, tra l’altro, una grave anomalia del funzionamento dell’impianto di filtraggio delle acque oleose oltre che significati colaggi di olio dalle tubolature dei depuratori del combustibile marino e dell’apparato motore principale, costituendo un potenziale rischio di ignizione di incendio nel locale macchine. Inoltre, il personale ispettivo ha potuto appurare nel corso di un’esercitazione antincendio simulata nel locale cucina, la scarsa dimestichezza di parte dell’equipaggio nel fronteggiare tali situazioni di emergenza.
L’unità rimarrà in sosta forzata nel Porto di Taranto fino a quando non verranno risolte tutte le deficienze rilevate che saranno verificate dal qualificato personale ispettivo con una nuova visita.
Nonostante la pandemia di “COVID 19” sia tuttora in corso, non arretra lo sforzo della Guardia Costiera di Taranto, nella lotta al fenomeno delle “carrette” del mare, ovvero navi “sub-standard” che, in difformità delle convenzioni internazionali, navigano con gravissimo rischio per la sicurezza della navigazione e dell’ambiente marino nonché per la sicurezza e per le condizioni di vita del personale marittimo.
Infatti, dopo i brillanti risultati ottenuti nell’anno 2020, che hanno fatto registrare il vivo apprezzamento da parte del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, i dati di inizio anno sembrano confermare la stessa linea, tant’è che fino ad ora più di 700 navi sono state soggette a regime ispettivo.”
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