TARANTO: scoperto un centro di lavorazione di prodotti ittici illegale. Sequestrate due tonnellate di cozze ed una di oloturie. Denunciata la titolare della ditta.
Le fiamme gialle della Sezione Operativa Navale hanno scoperto, giovedì 9 luglio, un vero e proprio stabilimento per la lavorazione di prodotti ittici a cielo aperto, gestito all’interno di un’area di proprietà del Centro Ittico Tarantino (società partecipata del Comune di Taranto), abusivamente occupata e carente dei più basilari requisiti igienico-sanitari.
Nello specifico, i Finanzieri, nel corso di servizi appositamente predisposti in ambito regionale dalReparto Operativo Aeronavale di Bari a contrasto del lavoro nero ed alla commercializzazione illegale di prodotti ittici, hanno denunciato a piede libero la legale rappresentante di un centro di spedizione di molluschi del Capoluogo Jonico che aveva illegalmente impiantato anche un laboratorio per la trasformazione dei prodotti stessi, anche in violazione delle normative igienico sanitarie di settore.
I militari hanno fatto accesso nella sede legale della società e, contestualmente, in un’area abusivamente occupata, sita all’interno della banchina di proprietà del Centro Ittico Tarantino, in Via delle Fornaci, dove hanno identificato alcune decine di soggetti impegnati nell’etichettatura ed insacchettamento di cozze di incerta provenienza, nonché nell’eviscerazione – sotto il sole cocente – di un ingente quantitativo di oloturie, il tutto in un contesto assolutamente carente sotto il profilo igienico sanitario e della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Rilevata la gravità della situazione, i militari hanno fatto intervenire anche gli Ispettori del Servizio Veterinario e del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ASL di Taranto, i quali, sul posto, confermando i sospetti dei finanzieri, disponevano la sospensione immediata delle attività lavorative.
Sentito il Sostituto Procuratore di Turno, le tre tonnellate di prodotti ittici (due di cozze ed una di oloturie) tenuti in cattivo stato di conservazione, i tre container utilizzati come laboratorio di lavorazione e punto di stoccaggio di prodotti ittici e le varie attrezzature (una macchina sgranatrice per mitili, una macchina insacchettatrice, una macchina etichettatrice, una bilancia e un compressore) venivano sottoposti a sequestro dai militari.
Tutto il prodotto ittico sequestrato è stato conferito, per il successivo smaltimento, ad una ditta specializzata autorizzata.
Sono in corso le verifiche sulla posizione lavorativa e previdenziale delle persona trovate all’intero dello stabilimento.
Nel corso delle operazioni, inoltre, sono stati sequestrati ulteriori 300 chili di oloturie, destinati allo stabilimento abusivo. Il prodotto è stato trovato a bordo di due barchini non abilitati alla pesca professionale, i cui conduttori sono stati destinatari di sanzioni amministrative per complessivi 2000 Euro. In questo caso, previo parere degli Ispettori dell’ASL di Taranto, le oloturie sono state rigettate in mare alla presenza dei trasgressori, in quanto ancora vitali.
L’intervento di cui sopra conferma, ancora una volta, l’impegno della Guardia di Finanza a tutela degli operatori che, nei vari settori commerciali, ed in quello della pesca nel caso specifico, rispettano le regole. Parallelamente vengono tutelati i consumatori, molto spesso ignari acquirenti di prodotti ittici di incerta provenienza, sfuggiti alla prescritta sorveglianza sanitaria e quindi a potenziale rischio per la salute.
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