La bestemmia contenuta in uno dei tanti messaggi passati nel crawl de L’anno che verrà, lo speciale di Capodanno di Rai 1 sotto l’attenzione di tutti, ha fatto discutere più di quel che ci si potesse immaginare. Chiunque è intervenuto per commentare l’accaduto e dire la propria opinione: esponenti politici, rappresentanti dell’Associazione italiana spettatori, l’Osservatore Romano, la commissione di vigilanza, il Codacons, i conduttori e la Rai stessa. A farne le spese è stato Francesco C., responsabile del team RaiCom, incaricato per controllare ed occuparsi del filtro dei messaggi nella notte di Capodanno: è stato “immediatamente individuato e sospeso dall’azienda”. “È inspiegabile che sia finito sotto processo soltanto io. Sono rimasto schiacciato tra due responsabilità che non mi appartengono”, si è difeso lui al quotidiano La Repubblica.
Insomma, ne avevano parlato tutti, mancava solo il mittente del messaggio incriminato. Blogo è riuscito a scoprire la sua identità: si tratta di Vito Zingarelli, ragazzo classe 1994 di Taranto, appunto. Dalle informazioni facilmente reperibili con una ricerca sul web scopriamo che è una giovane promessa del volley ma anche membro e chitarrista della band metal COBRA (acronimo di Conspiracy of Blackness and Relative Aftermath).
La mattina del 1 gennaio, Vito ha postato sul suo profilo pubblico di Facebook la foto dell’sms trasmesso in tv (la stessa foto, poi, è diventata anche la sua immagine di profilo) e pure lo screen del messaggio inviato alle ore 23.38 al numero 475.475.0. “Ne vado fiero”, dice ai suoi amici in un primo momento, forse ancora inconsapevole della risonanza che quel messaggio otterrà poco dopo.
Le scuse sono arrivate solo successivamente:
“Premetto che quando ho mandato quel messaggio non credevo che la redazione fosse così poco attenta da pubblicare qualsiasi cosa mandassero. Fatta la premessa, era semplicemente una bravata da ultimo dell’anno. Da notare in più che con la scritta ‘da Taranto’ intendevo precisare la provenienza, non volevo in alcun modo mandare un messaggio a nome della città… In ogni caso, anche se mi ha fatto piacere far fare due risate a più di qualcuno, vorrei mandare le mie più sincere scuse a tutti coloro cui quell’azione ha recato fastidio o offese”.
Poi, una precisazione:
“Merda su merda per un messaggio, ci scandalizziamo per un messaggio e non facciamo caso alla guerra mondiale che c’è stata come sempre in mezzo alle strade e all’inferno che hanno subito i cani, come il mio, per colpa dei botti… Infatti il mio cane stesso è stato con me fino alle 12.45 giù in cantina e non sono uscito a festeggiare la mezzanotte per le stesse persone che stanno criticando il mio messaggio… Le stesse che invece di divertirsi per i ca*zi loro hanno causato rumori e scoppi paragonabili a bombe atomiche per le orecchie dei cani”.
Giulio Pasqui su tvblog.it
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