Ho sogni perduti e vite smarrire. Io sono ormai uno scrittore delle discordanze. Questo tempo che vivo crea lacerazioni. Amo Giuda e Cristo alla follia? Perché soltanto i folli possono capire la verità. Non la realtà. La realtà è sempre plasmabile. La Verità quella Suprema non è volterriana. Troppo relativismo ha portato la Chiesa cattolica nel suo illuminismo pragmatico.
La Chiesa con le sue teologie si è adeguata alle tre vie: marxismo, liberalismo, relativismo. La Tradizione è assente. Gli unici veri cristiani sono gli eretici nei confronti di una Chiesa che rende tutto accogliente e senza Regole.
La Ubbidienza o la Disubbidienza è (sono) un altro dogma della teologia di chi ha creduto che don Milani abbia creato una “dottrina”. Certo per la mia fede nella Tradizione sono diventato scomodo.
Sono scomodo perché non ho padroni e non voglio servi.
Sono stato sempre scomodo perché non ho amato e non amo i conformismi, i cambi di camicia, di mutande, di calzini. Oddio! (così si scrive?). Li cambio due volte al giorno ma devono avere sempre la stessa coerenza nel colore e nella elasticità. Preferirei non indossarli proprio, lo faccio per igiene. D’estate evito soltanto i calzini. Gioco con metafore che accompagnano la mia vita da epoche remote.
Non conosco due facce del mio volto. La lealtà! La dignità! La faccia? Una e sempre la stessa. Sin da quando ero ragazzo. Ma solo così posso guardarmi ogni mattina allo specchio e non fare il ragionamento di Gogol. Ma andiamo oltre.
Siamo perduti o assenti ma ogni giorno ci si pone la domanda. Chi vorremmo incontrare oltre Cristo? Siamo in una piazza. Al centro c’è Pietro del quale non mi fido perché ha rinnegato. Chi rinnega ha una storia diversa di chi tradisce. Il traditore tradisce anche se stesso. Si può rinnegare se stessi? Ai quattro angoli ci sono Giuda Pilato Erode e Paolo prima però di Damasco.
Cosa succede? Nel frattempo Pietro non ha ancora compreso nulla. È un sogno ricorrente. Io non credo a Freud. Troppo conformismo. L’unico conforto come sempre resta Cristo ma Cristo è prigioniero ancora degli ebrei. Cosa fare?
La teologia non mi basta. I cattolici sono finiti con Manzoni come ha detto bene Sciascia quando ha rivoluzionato il cattolicesimo sostenendo che si sono trasformati in veti e propri illuministi. I fatti che viviamo quotidianamente testimoniano ciò.
Tutto è relativo! Ed io che appartengo alla battaglia dei Tradizionalisti che faccio? Una via per percorrere il viaggio c’è…
Il relativismo è figlio dell’Illuminismo. Certo, Manzoni ci ha insegnato che si può essere corrotti e corruttibili. Il più importante romanzo della letteratura italiana resta “I Promessi sposi”. Avrebbero fatto meglio a lasciarlo con il titolo “Gli sposi promessi”. Ma non perché è un grande, letterariamente discutendo, romanzo. È lo specchio dell’Italia e del mondo cattolico che si vende per il solito piatto di lenticchie. Sciascia aveva ragione.
I don Abbondio ci sono sempre stati. Completamento opposti ai Don Chisciotti… E ci saranno i don Abbondio… Ci sono anche in questo momento in una Chiesa del Relativismo assoluto. Il contro romanzo forte resta chiaramente “Il Gattopardo” e riflette la contro storia con una verità elegante e non “capponesca”.
D’altronde Manzoni è il suo romanzo. Il rinnegato che si converte. Ma anche questa è un’altra storia. Insomma qual è la conclusione di tutto? Noi insegniamo a come essere ipocriti e ignoranti. Altrimenti nelle scuole si porterebbero altri esempi. Da Berto Ricci a Giuseppe Berto e non da Parini allo Scoiattolo.
Si porterebbero gli esempi di uomini veri come Prezzolini.
Questa mia riflessione non ha né testa e né coda? Pensate un po’. Sono fuori tema. Mi dicevano spesso ciò i miei ignoranti docenti. D’altronde lo hanno detto anche a mio figlio al Liceo Moscati di un paese che si chiama Grottaglie che agli esami di Stato era uscito fuori tema… Lo avrei voluto leggere il tema e poi discutere io con chi ha fatto questa affermazione…
Ora basta.
Chi vorrei essere? Pietro, Giuda, Pilato, Erode… nessuno. Resto quello che sono. Agli altri concedo il beneficio dell’inventario.
Io amo don Fabrizio e resto come sempre fedele a mio padre!
Pierfranco Bruni