La proposta di Riforma del Ministero della Cultura ideata dal Ministro Dario Franceschini mi sembra interessante in molti aspetti e innovativa, soprattutto per ciò che riguarda la questione relativa alla autonomia dei Musei.
Concordo pienamente con la visione di un Museo che debba avere la sua piena apertura nei confronti di un mondo “manageriale” che sia in grado di considerarlo come una struttura costantemente vitale e legata ad una società che vive la cultura stessa come dato imprenditoriale.
Già anni fa, forse un decennio fa, aprii un dibattito intorno alla separazione tra Musei e Soprintendenze.
Il capo di Gabinetto attuale del Ministero, allora Sottosegretario ai beni culturali, Giampaolo D’Andrea, si ricorderà di questo dibattito che tenemmo anche a Padula (io, in quel tempo, ero vice Presidente della Provincia di Taranto) con una discussione molto vivace.
Sono stato un forte assertore di una cultura in un raccordo sì con il territorio, ma soprattutto con le risorse che un territorio riesce a potenziare attraverso una articolata politica di investimento tra Europa e Italia.
La visione di Franceschini tocca il punto nevralgico della questione. Tra le chiavi di lettura, Soprintendenze regionali in Segreterie legati direttamente al Ministero, o letture sugli archivi e biblioteche e così via mi pare che quella dei Musei, appunto, possa ottenere, pur in una dialettica ampia anche all’interno dello stesso Dicastero, un obiettivo mirato e con risultati che diano una positività a tutto il settore tutela – valorizzazione – fruizione.
Il Ministro Franceschini deve proseguire lungo questa proposta.
Il Museo si rinnova se a guidarlo non sia specificatamente un solo addetto ai lavori, ma una personalità di alto profilo culturale che abbia esperienze nei settori vari delle culture e in quei comparti relazionali tra Italia e Paesi esteri.
Il Ministero stesso ha delle personalità che si sono caratterizzate per aver proiettato la cultura italiana nei processi valorizzanti internazionali, ha delle personalità che si sono distinte per aver rappresentato la cultura dell’Italia in molti Paesi esteri portando ad alti livelli l’identità dei beni culturali nazionali.
Occorre entrare nel vivo di questo discorso.
Se una chiosa mi è permessa è quella che non c’è bisogno di affacciarsi alla finestra estera per selezionare il Direttore di un Museo, anche perché il Direttore deve avere capacità imprenditoriali, formazione culturale articolata e non settoriale, preparazione nelle relazioni con i vari Enti e deve essere una personalità che ha una forte esperienza nel mondo delle culture (sia con pubblicazioni sia con partecipazioni a grandi convegni sia per approfondimenti che ha compiuto nel vari campi dello scibile dei beni culturali stessi sia per ideazioni di progetti).
Concordo pienamente con Franceschini e mi auguro che possa andare avanti e “sdoganare” i Musei dalle Soprintendenze.
Ormai si parla di cultura a tutto tondo e Franceschini, che oltre ad essere un politico accorto è anche un uomo di cultura e uno valido scrittore, come ho avuto modo di scrivere occupandomi, non da ora, proprio dello scrittore, conosce molto bene il legame tra Memoria e Presente.
Io sono convinto che i beni culturali non sono solo Memoria, ma sono anche Tradizione di una civiltà e la tradizione si rinnova grazie a quel patrimonio che è patrimonio immateriale e patrimonio materiale.
I Musei sono un riferimento se si riesce a renderli autonomi e gestiti da personalità che hanno provate esperienze culturali nazionali e internazionali.
Per questo sono a fianco del Ministro Franceschini.
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GENTILE DOTTOR BRUNI ,
IN TEORIA QUANTO LEI AFFERMA E’ PIENAMENTE CONDIVISIBILE , MA , FACENDO MIE DUE SUE PAROLE : MEMORIA E TRADIZIONE ; NON POSSO NON TENTARE DI FAR RIEMERGERE NELLA SUA MEMORIA CHE E’ ORMAI TRADIZIONE CHE LE AUTONOMIE AFFOSSINO SEMPRE PIU’ IL NOSTRO PAESE NEI DEBITI E NELLE LOTTIZZAZIONI ,
NELLA SUA , DI CERTO BEN ESPOSTA , NON HA CONSIDERATO L’INDOLE FURBASTRA DEL POPOLO ITALIANO , PECULIARITA’ CHE SI ESPRIME AL MASSIMO NEI POLITICI SFOCIANDO SOVENTE NELLA DISONESTA’ , E , SUO E MIO MALGRADO NOI MERIDIONALI SPESSO NE SIAMO MAESTRI .
L’ITALIA E’ TALMENTE PIENA DI COSTOSISSIMI ENTI AUTONOMI TOTALMENTE INUTILI AL PUNTO DI NON RENDERE OPPORTUNO LA CREAZIONE DI NUOVI PUR SE INDISPENSABILI .
NON TRALASCIAMO INOLTRE DI RIFLETTERE SUL CHI E COME NOMINA , INCARICA, NON MI SENTO TRANQUILLO PENSANDO A QUANTI IMBECILLI PRESENZIANO ENTI E COMMISSIONI , O SIEDONO SULLE CATTEDRE DELLE NOSTRE UNIVERSITA’ , O DIRIGONO REPARTI OSPEDALIERI SOLO PER “MERITI” POLITICI O PERCHE’ POLITICI TROMBATI DA SISTEMARE .
CORDIALITA’
COSIMO MASSAFRA