Sì, non è, forse, lo stesso tempo metafisico degli anni Settanta e certamente di qualche tempo prima. Ma le carte stropicciate delle emozioni si lasciano graffiare dai ricordi e dalle pieghe del presente.
I Rolling, ovvero gli Stones. Meglio i Rolling Stones esercitano una alchimia con quella musica che copre il violento delle voci. E le parole faranno eco.
Roma è in festa. Circo Massimo. Emozioni di generazioni. Ma non siamo più alla necessità di dover fare obbligatoriamente una scelta tra “i quattro” di Liverpool e gli Stones. Ovvero tra i The Beatles di “Yesterday” o della mia preziosa “Penny…” e il Rock quasi “assordante” degli Stones con voce chitarra e tamburellato la cui eco attraversava città e isole.
Ma Roma è magica in questa notte al Circo Massimo. Sono storia e continuano a scrivere pezzi di una avventura tra la ribellione e la raucedine. C’è una atmosfera che fa ridiventare giovani. Ma per una sera e una notte ritorniamo ad essere i ragazzi terribili degli anni Settanta e Sessanta.
Saremo noi a guadagnarci, nonostante il costoso biglietto, cantando una nostalgia e un presente. La notte ci illudiamo che non finirà. E tutto sarà con Hemingway una fiesta mobile.
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