È una delle 87 opere incompiute, aggiornate alla fine del 2016 in Puglia. La Guardia di finanza di Taranto – da quanto riportato dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno – potrebbe intervenire per fornire le risposte alle domande sulle «Idrovie fantasma», il progetto da 2 milioni di euro che avrebbe dovuto collegare via mare i comuni di Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella e Maruggio finito nella bufera dopo la decisione della Regione Puglia di revocare il finanziamento da e chiedere la restituzione di 1 milione e 300mila euro già liquidati.
I militari – sempre a quanto riportato sul quotidiano pugliese – avrebbero acquisito documentazione anche negli uffici della Regione Puglia. Se i finanzieri si muovono, quindi, è perché la procura ionica ha acceso i fari sulla vicenda delegando le indagini alla Gdf che ora sta evidentemente cercando di ricostruire l’intera vicenda per valutare eventuali responsabilità penali dei diversi e numerosi attori coinvolti nella vicenda.
Il progetto prevedeva di realizzare in alcuni punti delle marine nei comuni di Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella dei moli galleggianti e una serie di passerelle in legno realizzando così delle vere e proprie stazioni per l’imbarco e lo sbarco di passeggeri sulle motonavi che avrebbero attraversato lo Ionio come fosse un’autostrada del mare.
Solo a Maruggio, sono stati realizzati parte dei lavori, il rifacimento di Piazzale Italia al centro di Campomarino: l’unico intervento, quindi al momento che dia una prova tangibile dell’esistenza di questo progetto fantasma. Il progetto risulta ufficialmente «realizzato al 100%» e figuri tra le opere incompiute semplicemente perché non fruibile. Ma visitando i luoghi di ben realizzato non vi è nulla si sarebbero dovuti trovare i moli, chioschi per l’acquisto dei biglietti e passerelle. Ma di tutto questo solo sulla carta.
Maruggio, quindi, – continua l’articolo della Gazzetta – ci sarebbe al momento evidenza del modo in cui sarebbero stati spesi una parte dei soldi che arrivano dai finanziamenti della Comunità Europea attraverso il «Progetto integrato settoriale – Pis 12» sugli itinerari turistico-culturali che puntava a mettere in rete le risorse storico-culturali espressione dell’architettura castrense e religiosa del periodo Normanno Svevo Angioino come castelli, torrioni, residenze reali, palazzi, chiese e ricchezze naturalistiche o di identità locali come enogastronomia, artigianato e folklore. I comuni della provincia di Taranto, quindi, si erano associati per realizzare questo progetto che attraverso il mare avrebbe favorito i flussi turistici, ma qualcosa dev’essere andato terribilmente storto dato che la Regione Puglia ha stoppato tutto. Determinante è stata una relazione inviata a Bari nel 2016: il documento firmato dall’ingegnere Antonio Sansonetti contiene il parere di «non collaudabilità» del Servizio Idrovie per «forti e gravi criticità su i lavori effettuati». Quali sono?
Le risposte potrebbero arrivare dai finanzieri e dalla magistratura dato le spiegazioni offerte dal comune di Pulsano «non solo non giustificano le criticità evidenziate, ma confermano – scrive la Regione Puglia nel documento di revoca – il permanere delle condizioni di non collaudabilità delle opere, nonché la mancata operatività e funzionalità delle stesse».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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