domenica 22 Dicembre, 2024 - 12:24:47

Il Castello di Monteserico a Genzano di Lucania

Il Castello di Monteserico, oggi appartenente al Comune di Genzano di Lucania, venne costruito nell’XI secolo d.C., sotto la dominazione normanna, quale fortezza a difesa dell’omonimo abitato non più esistente ai giorni nostri. Sorge sulla cima di una collina, a pochissimi chilometri in linea d’area dall’attuale confine con la Puglia, da dove un tempo presidiava un’ampia zona di confine fra i territori bizantini e normanni, lungo il corso del fiume Bradano.

Sotto la dominazione sveva, però, il castello perde la sua funzione militare ed assume i caratteri di un’azienda agricola per la coltivazione di cereali, nonché quelli di un centro per l’allevamento e l’addestramento dei cavalli. Tali aspetti verranno riconfermati sotto le dominazioni angioina ed aragonese. Nel frattempo ha inizio il progressivo spopolamento dell’abitato che si completa nella prima metà del XV secolo. Resta così soltanto il castello sulla cima della collina a dominare un paesaggio ormai spopolato, tuttavia risorge la sua funzione strategica e viene rinforzato con l’aggiunta di una scarpa alla cinta muraria esterna e di una rampa di accesso.

Nei secoli successivi il maniero passa di mano da un proprietario all’altro, sino a quando negli anni ’80 del XX secolo viene acquistato dal Comune di Genzano di Lucania che provvede ad effettuare alcuni lavori di restauro. Oggi al suo interno sono state allestite diverse mostre che ne descrivono la storia e gli interventi effettuati per la sua conservazione.

La struttura si presenta isolata sulla vetta della collina e consta di un torrione centrale quadrangolare che si sviluppa su due piani, corrispondente alla parte più antica, circondato da una cinta muraria quadrangolare scarpata più bassa. Sul prospetto principale, però, la scarpa è presente solo agli angoli. Fra il torrione e la cinta si sviluppano diversi corpi di fabbrica. Si accede al castello attraverso una rampa in muratura che conduce ad un portale a sesto acuto. Nel complesso si tratta di una fortezza semplice, armoniosa ma al tempo stesso severa e marziale.

Cosimo Enrico Marseglia

Facebook Comments Box

Notizie su Cosimo Enrico Marseglia

Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena

Leggi anche

intervento Adriana Schedi in cerimonia XVIII Premio A.GE. Taranto

Ecco i nove talenti del XVIII Premio A.GE. Taranto

Valorizzare giovani e adulti, tarantini e pugliesi, che abbiano mostrato un particolare talento lavorando singolarmente …