Il Castello di Monteserico, oggi appartenente al Comune di Genzano di Lucania, venne costruito nell’XI secolo d.C., sotto la dominazione normanna, quale fortezza a difesa dell’omonimo abitato non più esistente ai giorni nostri. Sorge sulla cima di una collina, a pochissimi chilometri in linea d’area dall’attuale confine con la Puglia, da dove un tempo presidiava un’ampia zona di confine fra i territori bizantini e normanni, lungo il corso del fiume Bradano.
Sotto la dominazione sveva, però, il castello perde la sua funzione militare ed assume i caratteri di un’azienda agricola per la coltivazione di cereali, nonché quelli di un centro per l’allevamento e l’addestramento dei cavalli. Tali aspetti verranno riconfermati sotto le dominazioni angioina ed aragonese. Nel frattempo ha inizio il progressivo spopolamento dell’abitato che si completa nella prima metà del XV secolo. Resta così soltanto il castello sulla cima della collina a dominare un paesaggio ormai spopolato, tuttavia risorge la sua funzione strategica e viene rinforzato con l’aggiunta di una scarpa alla cinta muraria esterna e di una rampa di accesso.
Nei secoli successivi il maniero passa di mano da un proprietario all’altro, sino a quando negli anni ’80 del XX secolo viene acquistato dal Comune di Genzano di Lucania che provvede ad effettuare alcuni lavori di restauro. Oggi al suo interno sono state allestite diverse mostre che ne descrivono la storia e gli interventi effettuati per la sua conservazione.
La struttura si presenta isolata sulla vetta della collina e consta di un torrione centrale quadrangolare che si sviluppa su due piani, corrispondente alla parte più antica, circondato da una cinta muraria quadrangolare scarpata più bassa. Sul prospetto principale, però, la scarpa è presente solo agli angoli. Fra il torrione e la cinta si sviluppano diversi corpi di fabbrica. Si accede al castello attraverso una rampa in muratura che conduce ad un portale a sesto acuto. Nel complesso si tratta di una fortezza semplice, armoniosa ma al tempo stesso severa e marziale.
Cosimo Enrico Marseglia