Il Castello di Venosa venne edificato nella seconda metà del XV secolo, intorno al 1470. La sua costruzione fu voluta da Pirro del Balzo, figlio di Francesco Duca di Andria, che aveva avuto il feudo, quale dote, in seguito alle nozze con la figlia del Duca di Venosa e Conte di Ugento Gabriele Orsini – del Balzo: Maria Donata. Per la cronaca, Gabriele era figlio di Raimondello Orsini del Balzo e di Maria d’Enghien. Nello stesso anno delle nozze, il 1443, venne demolita la vecchia Cattedrale dedicata a San Felice, che secondo la tradizione sarebbe stato martirizzato proprio a Venosa al tempo dell’Imperatore Diocleziano. Sull’area dove sorgeva un tempo la suddetta cattedrale, venne edificato il castello, mentre il nuovo soglio vescovile venne ricostruito in un altro posto.
La costruzione originaria, che era una fortezza con funzioni prettamente militari e difensive, si presentava a pianta quadrangolare con quattro torri angolari cilindriche collegate fra loro da quattro cortine. Mancavano i quattro bastioni poligonali sottostanti che sarebbero stati aggiunti nel XVI secolo. Passato in proprietà alla famiglia Gesualdo, il maniero venne modificato per adattarlo a resistenza dei Signori. Inoltre Carlo ed Emanuele Gesualdo provvidero a far costruire il loggiato interno sul versante nordoccidentale e ad erigere i bastioni poligonali alla base delle torri. Con i successivi proprietari, della famiglia Ludovisi, il castello venne abbandonato ed una serie di terremoti nel XVII secolo completarono l’opera. Fu la famiglia Caracciolo, succeduta ai Ludovisi, a provvedere alla ricostruzione della struttura fortemente danneggiata.
Attualmente, nei locali ricavati all’interno dei bastioni vi è il Museo Nazionale di Venosa, in cui sono conservati alcuni manufatti e frammenti dell’antica Venusia romana.
Il Castello si presenta a pianta quadrangolare, quasi quadrata, con quattro torrioni angolari cilindrici, di qui quello occidentale, che è anche il più alto, risulta coronato da beccatelli per la difesa piombante, e presenta il blasone della famiglia del Balzo. Le quattro torri poggiano su altrettanti bastioni poligonali scarpati, come scarpata è anche la base delle cortine. Il complesso è circondato da un fossato. L’accesso e garantito da un portale a tutto sesto cui si arriva scavalcando il fossato attraverso un ponte in muratura a doppia arcata che sostituisce l’originale levatoio ligneo. L’ampia piazza d’armi è sempre a pianta quadrangolare, in cui spicca il loggiato rinascimentale, intorno al quale si sviluppa la struttura su due livelli.
Cosimo Enrico Marseglia