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Il Corbezzolo (“Risciulu”) nella tradizione e nel mito

Il corbezzolo (Arbutus unedo, fam. Ericaceae) è pianta tipica della macchia mediterranea. Vi sono esemplari secolari che superano i 6 metri di altezza. La pianta genera il noto frutto di colore rosso, considerato inebriante: pare infatti che il termine unedo, derivante dal latino unum edo (ne mangio uno), sia stato apposto proprio come invito al consumo moderato del frutto. “Ci ti ni mangi mòti ti ìmbriachi”, ci dicevano difatti gli adulti quando, da bambini, tendevamo a fare scorpacciate di questo invitante frutto. Nella nostra zona, comunemente è detto rìsciulu in dialetto, ma in alcuni paesi del leccese è denominato anche “mbriacùlu”, proprio a sottolineare le capacità inebrianti attribuitegli.

In quanto considerati alla stregua di dolciumi, i “rìsciuli” erano venduti un tempo nei paesi del Salento agli angoli delle strade o davanti alle scuole, riposti in invitanti panieri.

Rami carichi di rìsciuli, arance, mandarini e altri frutti invernali erano utilizzati come addobbi natalizi e ornamento dei presepi.

I frutti del corbezzolo venivano e vengono utilizzati ancora oggi, per preparare liquori, confetture, marmellate.

Una preparazione per la marmellata di corbezzoli consiste nel mettere i frutti maturi in una pentola e coprire d’acqua, quindi lasciar bollire fino allo scioglimento dei frutti; passare poi in un colino fine e spremere per raccogliere il succo. In un litro di succo si sciolgono 750 grammi di zucchero, facendo cuocere fino a caramellare.

Come medicinale, il corbezzolo veniva usato per aiutare la digestione difficile, come rimedio a problemi di flatulenza e come depurativo.

Il corbezzolo ha proprietà antisettiche, antinfiammatorie delle vie urinarie, astringenti, diuretiche.

I frutti contengono zuccheri, pectina, di ferro, carotene, nicotinamide, tiamina, riboflavina e vitamina C.

Un rimedio popolare per disinfettare le vie urinarie prevede la mescolanza di germogli di ginepro, rizomi di gramigna, punte fiorite di lavanda e foglie di corbezzolo, da utilizzare in infusione in acqua con l’aggiunta di bacche di ginepro e frutti di corbezzolo.

Due tazze al giorno di un decotto ottenuto da foglie e frutti di corbezzolo erano utilizzate per combattere la diarrea (5 gr. di foglie e frutti in 100 gr. di acqua, portate a ebollizione per 15 minuti).

Nella medicina popolare meridionale, in particolare in Sicilia, abbiamo notizia dell’impiego di decotti a base di corbezzolo anche per combattere affezioni reumatiche.

Nell’ Eneide, Virgilio scrive del funerale di Pallante: il letto funebre è preparato con intrecci di rami di quercia e di corbezzolo. La presenza nel rito funebre di questo arbusto dalle foglie sempre verdi, è stata interpretata come augurale per l’immortalità.

Il corbezzolo è considerato popolarmente anche come pianta che respinge le streghe, e questa credenza ha un antecedente in una storia raccontata da Ovidio nei Fasti: Proca, erede al trono di Alba Longa, da infante fu assalito, nella sua culla, dalle strigi (esseri mitologici che di notte attaccavano i bambini nelle culle lacerandone le viscere e bevendone il sangue). Sempre secondo la leggenda, le strigi erano donne trasformate in uccelli rapaci. La nutrice accorse alla culla di Proca, ormai morente, invocando la dea Carna, protettrice delle case, delle soglie e dei neonati. Carna toccò allora per tre volte la porta con un ramo di corbezzolo, e sparse l’ingresso con acqua mista a un filtro magico. Poi prese le viscere di una scrofa di due mesi, e le offrì in pasto alle strigi in cambio della salvezza del bambino.

Strige, cattedrale di Notre-Dame

Pianta solstiziale, il corbezzolo simboleggia l’inverno, il Natale e le festività invernali, e secondo la definizione dello studioso Cattabiani, il bianco dei suoi fiori e il rosso dei suoi frutti simboleggiano bene l’alba solstiziale.

I suoi fiori bianchi e campanulati sono molto amati dalle api. Si presta molto bene ad essere utilizzato come elemento decorativo, a causa dei colori e delle forme di fiori, frutti e foglie.

Secondo quanto riportato dal Cattabiani, “la compresenza del verde delle foglie, del bianco dei fiori e del rosso delle bacche evocò nell’Ottocento la bandiera italiana sicchè nel periodo risorgimentale il corbezzolo divenne simbolo dell’unità nazionale”.

Il corbezzolo è presente anche nello stemma di Madrid dove è raffigurata un’orsa che si avvicina all’albero per raccoglierne i frutti, e nello stemma della provincia di Ancona, dove è raffigurato un braccio che tiene in mano un corbezzolo (ripreso da una antica moneta greca).

 

 

Gianfranco Mele

BIBLIOGRAFIA

Domenico Nardone, Nunzia Maria Ditonno, Santina Lamusta, Fave e favelle, le piante della Puglia peninsulare nelle voci dialettali in uso e di tradizione, Centro di Studi Salentini, Lecce, 2012

Antonio Costantini, Marosa Marcucci, Le erbe le pietre gli animali nei rimedi popolari del Salento, Congedo Editore, 2006

Naturelab, blog su internet, giardino dei semplici

Claudia Barbagallo, Rosa Meli, Francesca Savoca, Michele Nicotra, Indagine sugli usi popolari delle piante medicinali nella Sicilia centro-orientale, Dipartimento di Botanica, Università di Catania, Boll.Acc,Sci.Nat., vol. 37, n. 364, Catania, 2004

Virgilio, Eneide, libro XI

Ovidio, Fasti, VI

Alfredo Cattabiani, Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante, Mondadori, 1996

 

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Notizie su Gianfranco Mele

Gianfranco Mele
Sociologo, studioso di tradizioni popolari, etnografia e storia locale, si è occupato anche di tematiche sociali, ambiente, biodiversità. Ha pubblicato ricerche, articoli e saggi su riviste a carattere scientifico e divulgativo, quotidiani, periodici, libri, testate online. Sono apparsi suoi contributi nella collana Salute e Società edita da Franco Angeli, sulla rivista Il Delfino e la Mezzaluna e sul portale della Fondazione Terra d'Otranto, sulla rivista Altrove edita da S:I.S.S.C., sulle riviste telematiche Psychomedia, Cultura Salentina, sul Bollettino per le Farmacodipendenze e l' Alcolismo edito da Ministero della Salute – U.N.I.C.R.I., sulla rivista Terre del Primitivo, su vari organi di stampa, blog e siti web. Ha collaborato ad attività, studi, convegni e ricerche con S.I.S.S.C. - Società Italiana per lo Studio sugli Stati di Coscienza, Gruppo S.I.M.S. (Studio e Intervento Malattie Sociali), e vari altri enti, società scientifiche, gruppi di studio ed associazioni.

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