l cachi o kaki è un albero da frutto originario dell’Asia orientale appartenente alle Ebenacee, una famiglia di angiosperme dicotiledoni.
Il Diospyros Kaki è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall’uomo, conosciuta per il suo uso in Cina da più di 2.000 anni. In cinese il frutto viene chiamato shìzi mentre l’albero è noto come shizishu. La sua prima descrizione botanica pubblicata risale al 1780[3][4]. Il nome scientifico proviene dall’unione delle parole greche diós (Dio) e pyrós (frutto), letteralmente ‘frutto degli dei’.
È originario della zona centro-meridionale della Cina, ma comunque mai al di sotto dei 20° di latitudine Nord, e nelle zone più meridionali spesso in zone collinari o montane più fredde; sopporta male i climi caldo-umidi, soprattutto se con suolo mal drenato.
Detto Mela d’Oriente, fu definito dai cinesi l’Albero delle sette virtù: vive a lungo; dà una grande ombra; dà agli uccelli la possibilità di nidificare fra i suoi rami; non è attaccato da parassiti; le sue foglie giallo-rosse in autunno sono decorative fino ai geli; il legno dà un bel fuoco; la ricchezza in sostanze concimanti per la caduta dell’abbondante fogliame. Dalla Cina si è esteso nei paesi limitrofi, come la Corea e il Giappone.
Kaki coltivati a Misilmeri, in Sicilia
Un cachi intero e uno affettato
Intorno alla metà dell’Ottocento fu diffuso in America e Europa. I primi impianti specializzati in Italia sorsero nel Salernitano, in particolare nell’Agro Nocerino, a partire dal 1916, estendendosi poi in Emilia. In Italia la produzione si è stabilizzata intorno alle 65.000 tonnellate: la coltura è sporadicamente diffusa su tutto il territorio, ma è importante solo in Campania e Emilia con produzioni rispettive di 35.000 tonnellate e 22.000 tonnellate. In Sicilia è più diffuso il kaki di Misilmeri.
Il kaki è oggi considerato “l’albero della pace”, perché alcuni alberi sopravvissero al bombardamento atomico di Nagasaki nell’agosto 1945.
È anche noto come loto del Giappone, sebbene con questo nome si debba intendere più correttamente il Diospyros lotus.
Forse non tutti sanno che…
Nei semi dei cachi il germoglio assume la strana forma di una posata: forchetta, cucchiaio, coltello, tutti abbiamo giocato a rompere sotto i dentini i semi per vedere quale posatina trovavamo dentro, perché nella fantasia popolare:
– la forchetta “ti pongi lu cori” ( ti punge il cuore) , simboleggia amore
– Il cucchiaio “ti porta li moti sordi” (ti porta ricchezza)
– il coltello “ ti porta nvidia e maliparoli” (porta invidia e maldicenze).
Mangiare il frutto e prendere il seme.
Esprimere un desiderio (in silenzio e non comunicarlo a nessuno)
Scegliere e dichiarare apertamente: cucchiaio, coltello, forchetta.
Aprire con i denti il seme cercando di spaccarlo per il lato lungo (attenzione alle dentiere!)
Guardare. Se il germoglio ha la forma che avete dichiarato il desiderio si avvererà. È garantito.
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