La devozione e la purezza degli occhi delle donne. I fanciulli tra le mani delle donne. Il gioco a specchio delle figure. Un maestro.
Raffaello Sanzio. 500 anni dalla scomparsa il 2020. Il maestro che supera completamente la soggezione medievale del volto degli occhi della bocca. La donna ridiventa oltre che metafora orfica e visione metafisica femmina con una sensualità potente.
Lo svelamento dello sguardo è la profondità di un onirico senso greco. Le donne madonne femmine sono nei suoi 6 sonetti che esprimono una forza inevitabilmente ancestrale in cui il mito è racconto poetico dei volti. Il segreto è nelle sue parole. Crea immaginario.
Raffaello annotava:
“Tanto ardo, che ne mar ne fiumi spegner potrian quel foco; ma non mi spiace, perché il mio ardor tanto di ben mi fece, che ardendo ogni ora più d’arder me consumi”.
Un dato che va oltre la pittura stessa. Si inserisce nel pensiero donna sensualità natura di Raffaello. Così ancora:
“Quanto fu dolce il giogo e la catena delle tue candide braccia al collo mio volti, che sciogliendomi, io sento mortal pena”.
Si inizia un viaggio tra le pagine del sublime di Raffallo. Le immagini di donne hanno una religiosità profonda ma anche un superamento completo dell’angelico risvolto stilnovista.
Fino a fargli scrivere:
“Fallace pensiero, che in ricercar ti affanni di dare in preda il cor per più tua pace, non vedi tu gli effetti aspri e tenaci di colui che ne usurpa i più belli anni?”. Amare l’amore per Raffaello é creare una vanità al volto e al portamento della donna. La sua vita sarà fatta di misteri. Un artista che ha rivoluzionato non solo la pittura ma il modo fi concepire e di vivere l’arte.
Pierfranco Bruni
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