Le Grotte di Castellana sono tra le più belle e spettacolari d’Italia, sono ubicate nel Comune di Castellana Grotte a pochi chilometri dal centro abitato. Dal paesello di Maruggio, dove ero ospite, dista circa 90 km raggiungibili in ore 1.30′ di guida in auto.
Le grotte sono situate in Puglia in provincia di Bari nella cosiddetta Valle d’Itria, nelle vicinanze di incantevoli paesi quali: Alberobello, Locorotondo, Polignano a Mare e a pochi chilometri da Ostuni la “Città Bianca” in provincia di Brindisi.
Da giovane studiavo speleologia e scendevo in diverse grotte. Ma le Grotte di Castellana sono le più grandi e le più belle che abbia mai visto. La “Grotta Bianca” un vera meraviglia della natura con le sue stalattiti di alabastro. Queste grotte hanno novanta, cento milioni di anni. Infinite stalattiti e stalagmiti cresciuti in migliaia e migliaia di anni.
La visita alle Grotte è un lungo un percorso di 3 Km: una straordinaria escursione guidata, a circa 70 metri sotto terra, in uno scenario incredibile che ti lascia senza fiato per la sua bellezza, dove caverne dai nomi fantastici, canyon, profondi abissi, fossili, stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme incredibili e dai colori sorprendenti sollecitano la fantasia di bambini e adulti.
Alcune vecchie leggende narrano che all’imbrunire, poteva accadere di veder uscire dall’abisso (Grave), assieme ai pipistrelli che svolazzavano nei campi a caccia di insetti, dei vapori, ritenuti dai superstiziosi viandanti le anime dei suicidi, che, trovata la morte nella Grave, tentavano inutilmente di salire al cielo.
La Grave, prima e più vasta caverna del sistema sotterraneo, è l’unico ambiente naturalmente collegato con l’esterno: 100 metri di lunghezza, per 50 m. di larghezza, per 60 m. di profondità. Il tratto delle Grotte accessibile al pubblico è costituito da ambienti molto vari per forma e dimensioni. Enormi stalattiti, stalagmiti, cortine, colonne, preziosi cristalli che appaiono ovunque.
Nel mio percorso, durato circa 2 ore, ho potuto attraversare le più belle caverne e ambienti sotterranei a cui gli speleologi hanno dato dei nomi di fantasia, che per la loro forma richiama monumenti e luoghi a noi comuni: la Lupa, il Cammello, la Civetta, la Colonna rovesciata, il Corridoio Rosso, la Cupola. la Grotta della Iena, il Cavernone dei Monumenti, la Madonnina, il Corridoio del Serpente e quello del Deserto, la Grotta Nera, il Duomo, la Torre di Pisa, le Pannocchie, la Caverna della Fonte, il Laghetto dei Cristalli, la Caverna dell’Altare, il Corridoio dell’Angelo e infine la bellezza unica la Grotta Bianca.
La Grotta Bianca, scoperta nel 1940 da Vito Matarrese un operaio che collaborava con lo speleologo Franco Anelli, considerata una delle meraviglie della terra, definita per la ricchezza e il biancore dell’alabastro, la più splendente del mondo.
E che aria, 18° costanti tutto l’anno e l’umidità che raggiunge anche il 99%. Fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, nelle grotte si curavano le bronchiti.
Una scoperta interessante è stata fatta ultimamente durante le operazioni di svuotamento de La Grave, c’è una cavità sul fondo della parete Nord che potrebbe costituire l’accesso nuove aree non ancora scoperte e che potrebbero svilupparsi secondo un andamento perpendicolare rispetto al piano delle grotte esplorate finora.
Photo Credit Fernando Filomena 2022 ©
In serata un bellissimo appuntamento ha reso ancora più interessante la visita alle “grotte”, una performance artistica ispirata al poema di Dante Alighieri: la Divina Commedia. Uno spettacolo di acrobazie e scene danzanti: rappresentazione della prima cantica della Divina Commedia ambientata nella caverna de La Grave. Lo spettacolo riprende alcuni passi dell’inferno dantesco.
I canti scelti sono tra i più famosi, con la presenza di personaggi come Lucifero, Minosse, Pier delle Vigne, Ciacco, Paolo e Francesca, il Conte Ugolino, Brunetto Latini, Ulisse e Beatrice. L’ambientazione ti fa entrare nell’immaginario dell’ Inferno dantesco. “Il capo dell’inferno… ” Beh, hanno scelto un posto proprio adatto, impressionante, anche se all’inizio sembrava un po’ Halloween… ma la produzione è stata ottima. Ottime le musiche e… la voce narrante del grande Vittorio Gassman che presenta ed interpreta il primo canto dell’Inferno di Dante. «Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita». Arrivederci!
Elena Ptychenco
Photo Credit Fernando Filomena 2022 ©
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