In un colpo di scena senza precedenti, Franco Bernabè, il Presidente di Acciaierie d’Italia, ha annunciato di aver rimesso il proprio mandato nelle mani del Premier Giorgia Meloni. Questa sorprendente mossa è stata resa pubblica dal quotidiano Il Foglio e potrebbe avere implicazioni significative per il futuro dell’ex Ilva.
L’ex Ilva, noto siderurgico jonico, si trova al centro di scadenze cruciali che determineranno il suo destino. Questa decisione di Bernabè getta un’ombra di incertezza sulle prossime mosse del governo riguardo all’area di Taranto.
Oggi stesso, il 27 settembre, si è tenuto un vertice molto atteso tra il governo e i sindacati, convocato dal sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano. Tuttavia, le organizzazioni sindacali hanno manifestato aperta insoddisfazione alla fine del vertice, affermando di non aver ricevuto rassicurazioni chiare sul futuro della fabbrica. Secondo Roberto Benaglia della Fim, sarebbero necessari cinque miliardi di investimenti per sanare l’ex Ilva e riportarla con successo sul mercato. Rocco Palombella dell’Uilm ha suggerito che l’idea di uno stato che prenda il controllo della società sembra essere ormai tramontata.
Franco Bernabè aveva recentemente fatto appello al governo per un sostegno finanziario deciso, mettendo in guardia sul pericolo di chiusura della più grande fabbrica d’acciaio d’Europa.
Con le dimissioni di Bernabè e la crescente incertezza sul futuro dell’ex Ilva, il governo si trova di fronte a una decisione cruciale che potrebbe avere ripercussioni significative sull’industria siderurgica italiana e sulla regione di Taranto. Resta da vedere quale sarà la risposta del Premier Meloni e del governo di fronte a questa nuova sfida imminente.
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