Taranto – Un operaio è morto stamane all’interno del perimetro dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. A perdere la vita un lavoratore del reparto Movimento ferroviario (Mof), Claudio Marsella, di 29 anni. L’incidente è avvenuto durante la fase di aggancio della motrice ai vagoni.
Dopo l’infortunio mortale verificatosi, le segreterie provinciali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, insieme alla rappresentanze sindacali unitarie di stabilimento, hanno proclamato uno sciopero dalle 11 di stamane fino alle 7 di domani 31 ottobre. Fim, Fiom e Uilm chiedono ”a tutti gli enti preposti di fare chiarezza sull’ennesimo infortunio mortale che ha coinvolto un altro giovane lavoratore” ed esprimono ”la propria vicinanza ai familiari”. L’Ilva riferisce: “Intorno alle ore 8.45 circa, in prossimità del 5 sporgente, si è registrato un incidente che ha causato la morte di un operaio di 29 anni in forza al reparto movimento ferroviario”. La Direzione Aziendale “nell’esprimere piena vicinanza ai parenti della vittima, ha deciso di sospendere le attività dello stabilimento, relative al primo turno, in segno di cordoglio”. “Le effettive dinamiche dell’incidente e le relative cause sono tutt’ora in fase di accertamento”, si precisa. Il segretario nazionale di Rifondazione comunista – Fds, Paolo Ferrero, denuncia: ”E’ l’ennesima giovanissima vittima di un sistema produttivo che considera il lavoro un costo e gli operai carne da macello”.
Adnkronos/IGN
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In 30 di onesto lavoro, proprio nell’ambito specifico credo di averne visti veramente troppi….è vero che spesso le misure di sicurezza sono insufficienti, ma non certo meno di migliaia di cantieri esterni a certe realtà. Le dinamiche sono sempre e comunque variegate e diverse ogni volta anche se alla fine purtroppo il risultato è spesso tristemente tragico. Le aziende spesso parlano di sicurezza ma solo per un obbligo legislativo; di fatto la subiscono. A volte ci sono persone che invece ci credono davvero(e sono sempre quelle a farne la differenza), ma difficilmente e con grande fatica riescono ad imporre standard specifici ed rispettosi. Certamente anche e maestranze ( molte volte in noiosi corsi tenuti da docenti altrettanto soporiferi) non hanno la consapevolezza di quanto potrebbe davvero accadere durante la propria attività lavorativa. E’ anche una componente naturale delle persone….ognuno di noi pensa spesso di esser immortale finchè non viene toccato dal vivo. I rimproveri purtroppo vanno fatti a 360 gradi. La sicurezza va insegnata da persone che nella propria vita ( oltre a studiare) si sono sporcati ed hanno provato a lavorare in reparto, in stabilimento, in officina….ma con la consapevolezza acquisita che la vita e la salute è l’unico bene prezioso al quale nulla è paragonabile. Una profonda ed ennesima tristezza ed un grande cordoglio all’ultimo lavoratore.